Vasto, uccide la compagna per gelosiaI vicini: erano riservati ma sentivamo che litigavano

VASTO. Litigavano, ma tutto sommato era una coppia normale. Nei quattro piani dello stabile di via Pertini, quello in cui è appena avvenuto l'omicidio di Neila, tutto tace nella mattinata. Le operazioni della polizia, il sopralluogo del medico legale ed il ritiro del cadavere si svolgono in un condominio che, nelle ore centrali del mattino, sembra vuoto. Accade che qualcuno si affacci al balcone, ma non si sbilancia più di tanto a parlare. Tutto è accaduto da poco, ed i vicini sono sotto shock. Qualcuno però ha avvertito, ieri e nei mesi scorsi, che nella coppia qualcosa non andava.

I dirimpettai del terzo piano avrebbero sentito un tonfo poco prima l'omicidio, come di un oggetto che cade a terra. Un computer, azzarda qualcuno. Al piano di sotto, Sabrina e Alessandra si prendono cura del cagnolino della coppia, uno yorkshire. «Si chiama Pupa, ma è un maschio», commenta la prima, che pure non conosceva bene la coppia, ma la vedeva spesso nei locali comuni della palazzina. «Erano due tipi riservati», raccontano le signore, «certo, salutavano sempre, ma non c'era più di tanto rapporto». «Poi», proseguono, «stavano sempre loro due soli. Noi questa notte non abbiamo sentito proprio nulla. In passato qualche discussione si avvertiva, ma negli ultimi mesi niente».

All'ultimo piano della palazzina c'è chi dice di aver assistito in passato a discussioni anche violente tra il costruttore e la sua convivente. Una volta, un anno fa, la ragazza voleva entrare con un amica, ricorda un'inquilina senza fornire il proprio nome, urlava fuori dalla porta ma lui non apriva, poi la donna ha iniziato a dare dei colpi violenti alla porta, è arrivata la polizia.

La ragazza lituana la descrivono tutti come una donna bellissima, avvenente, molto appariscente, ma riservata nei modi. Sembra non avesse amici nel palazzo, Neila, e chi la vedeva in giro la notava col cagnolino, nei pressi di casa, a passeggio.

La palazzina di via Pertini, dove molte sono residenze estive, ad ora di pranzo ricomincia a popolarsi. Una ragazzina appena tornata da scuola dice di essere uscita verso le otto del mattino, e di non aver avvertito nulla: «Mi dispiace, loro non erano cattivi. Certo, discutevano spesso e le urla si sentivano. Lei», prosegue riferendosi a Neila, «non dava confidenza. Le rare volte che la si vedeva magari era in balcone, spesso in abbigliamento intimo. Ultimamente era dimagrita».

Nel palazzo abita anche Incoronata Ronzitti, già candidata sindaco dell' Udeur alle ultime amministrative. «Io non ho sentito mai nulla», commenta sorpresa, «niente che potesse far immaginare la tragedia che è successa». Dai racconti sembra che la ragazza non avesse più di tanti legami con la città. La maggior parte del tempo, da tre anni a questa parte, la trascorreva in casa, con il convivente, o in giro con qualche amica della stessa nazionalità. Non lavorava, Neila, ma per la sua bellezza nel quartiere era notata da tutti.

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