Villa confiscata da Roma È già il secondo episodio 

Sulla costa sansalvese le indagini da Frascati per un pezzo grosso dello spaccio di droga Magnacca: bene il controllo del territorio. Menna: vanno potenziate le forze dell’ordine 

SAN SALVO. A San Salvo è caccia alla villa confiscata dalla guardia di finanza di Roma a un pregiudicato romano che in pochi anni aveva accumulato con attività illecite 3,5 milioni di euro in immobili e auto di lusso. La notizia ha sorpreso molto i cittadini. La villa pare sia sul litorale sansalvese ma le forze dell’ordine hanno alzato sull’argomento un muro di silenzio. Particolare che fa ipotizzare nuovi possibili sviluppi.
È la seconda volta che il nome di San Salvo viene collegato a personaggi inquietanti che arrivano dalla Capitale. La prima volta è accaduto nel 2012 con l’operazione Tramonto. Allora fu la Procura vastese a disporre il sequestro preventivo di un lussuoso appartamento a Ciampino a un indagato della Capitale coinvolto con i coniugi Cozzolino (Lorenzo è stato collaboratore di giustizia) con altri personaggi vastesi nello spaccio degli stupefacenti. A Vasto due anni fa furono sequestrati beni a indagati collegati con i Casamonica, organizzazione criminale che opera a Roma e nell’area del litorale laziale. La confisca rappresenta per ogni indagato l’incubo peggiore. La magistratura combatte da anni nel Vastese l’illegalità e il crimine intaccando il patrimonio di chi è accusato di reati riconducibili ad attività delinquenziali di stampo mafioso o legati allo spaccio di sostanze stupefacenti.
«Non si può che essere soddisfatti», dice il sindaco di San Salvo, Tiziana Magnacca, «quando il lavoro d’indagine della magistratura consente di raccogliere risultati evidenti come i sequestri di immobili e capitali. Controlli più stringenti in questo settore permettono di sequestrare patrimoni acquisiti con attività illecite. Il lavoro congiunto delle forze dell’ordine e della magistratura permette di avere un controllo ancor più capillare del territorio e di tutte le possibili ramificazioni nell’economia locale. L’attività investigativa consente di evitare e di prevenire strutturazioni stabili della delinquenza organizzata anche nel territorio del Vastese». Il sindaco di Vasto, Francesco Menna, prendendo spunto dal sequestro della villa a San Salvo torna a sollecitare il governo a proteggere il Vastese dai continui tentativi di infiltrazioni malavitose lasciando in vita il tribunale e la Procura. «Procura e tribunale», insiste Menna, «così come un numero adeguato di forze dell’ordine, rappresentano indispensabili presidi di legalità per un territorio al centro di un inquietante crocevia. Dalla Campania, dal Lazio e dalla Puglia arrivano periodicamente segnali preoccupanti dell’interesse che le associazioni a delinquere hanno per l’Abruzzo e il Vastese. L'auspicio è che prima possibile arrivino notizie rassicuranti per questo territorio».
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