Villa Pini, va a rilento il piano assunzioni

Risale la tensione nella Casa di cura dopo il passaggio alla cordata di Pierangeli. Ancora fermo il reparto di Chirurgia

CHIETI. Chirurgia ancora ferma e alcuni reparti sotto organico nella clinica Villa Pini: a quasi un mese dalla cessione alla Santa Camilla, le attività sanitaria in via dei Frentani sono riprese, seppure lentamente. Il gruppo di Pierangeli, Di Lorenzo, Spatocco e Concetta Petruzzi ha già riassunto circa 350 lavoratori dei 466 previsti dall’accordo sindacale. Ma per la prossima settimana è previsto un incontro con i sindacati per perfezionare quanto siglato all’alba del 7 settembre.

«Abbiamo riscontrato un rallentamento delle attività», spiega Davide Farina della Cisl, «ci aspettavamo operazioni più rapide visto che si tratta di professionisti del settore sanitario. Ma non ci sono grosse anomalie, considerando anche il fatto che i tempi previsti dall’accordo sono lunghi».

Le assunzioni infatti, 299 a tempo pieno e 167 part time, sono previste fino al 31 dicembre 2014; in più, secondo l’accordo, la proprietà, qualora ci fosse bisogno di ulteriore personale o venissero aumentati i fondi regionali, per un tempo massimo di 30 mesi deve attingere dalla graduatoria stilata fra i dipendenti assunti al momento del fallimento del gruppo Angelini.

I sindacati al termine del primo mese di attività dei nuovi proprietari vogliono fare il punto della situazione, in particolare sollecitare assunzioni più veloci nei reparti che hanno necessità urgenti e ampliare il campo d’interpretazione delle competenze per alcuni settori, come la Riabilitazione psichiatrica, per poter allargare le possibilità di assunzione. I dipendenti non ancora reintegrati restano in capo alla curatela fallimentare in attesa di essere chiamati.

In clinica, però, girano voci discordanti sul futuro di Villa Pini, così come accadde nei giorni dell’asta, che il 20 giugno assegnò per 31 milioni e 50mila euro la clinica alla Santa Maria de Criptis, che il 31 luglio non si presentò dal notaio, o in quelli della vendita alla società Santa Camilla, che il 17 settembre ha rilevato ufficialmente la struttura. Si fanno sentire timori di chi combatte da anni con l’incertezza di un posto di lavoro, prima con lo scricchiolare del gruppo Angelini, poi con il fallimento, fino alle cinque aste di vendita: c’è chi addirittura teme che Luigi Pierangeli possa farsi da parte e tirarsi fuori dalla cordata.

In realtà, pare che l’imprenditore della sanità privata pensi di trasferire alcuni reparti nelle sue strutture pescaresi, a causa degli ingenti costi di ristrutturazione che dovrebbe sostenere per mantenerli in via dei Frentani. Voci ancora tutte da confermare.

Quel che è certo, per ora, è la scadenza della cassa integrazione in deroga per oltre 400 lavoratori rimasti fuori dalle altre società dell’ex impero Angelini: Maristella, Sanatrix, Santa Maria, la Cicala, Sanstefar. In quest’ultima struttura, in realtà, sono stati reintegrati part time tutti i 300 lavoratori; la cassa è stata attivata per le ore restanti, che con il tempo sono diminuite anche fino al 20 per cento. I dipendenti non riassunti sono in capo alla curatela, che però non ha risorse che possano sostituire gli ammortizzatori sociali, e se la cassa non sarà rifinanziata procederà con il licenziamento.

Martedì, in Regione, i sindacati chiederanno di evitare i licenziamenti in attesa del rifinanziamento della cassa integrazione in deroga previsto dal governo Letta.

Francesca Rapposelli

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