VASTO

Violentata dal fratello maggiore, sotto inchiesta anche i genitori 

Il caso di una 17enne che ha segnalato sofferenze e umiliazioni al numero di Emergenza infanzia 114. La giovane è stata allontanata dalla famiglia ed è in un luogo sicuro

VASTO. “Esci dal buio. Chiedi aiuto” è lo slogan di promozione del Servizio 114 - emergenza infanzia. Ed è quello che ha fatto Maria (il nome è di fantasia), una diciassettenne estracomunitaria residente da anni nel Vastese. La ragazza ha digitato il numero 114 ed ha chiesto aiuto. Il suo è stato un racconto drammatico. Ascoltata in audizione protetta, la ragazzina ha snocciolato un vissuto fatto di vessazioni fisiche e morali, minacce di morte e anche abusi sessuali. Un inferno che sarebbe avvenuto all'interno delle mura domestiche. Uno strazio che la giovane non riusciva più a sopportare. Dopo aver ascoltato la denuncia della diciassettenne, le forze dell'ordine hanno immediatamente allontanato la ragazza da casa. Maria ora è al sicuro anche se molto provata. La Procura di Vasto ha indagato il padre, la madre e il fratello maggiore della giovane. Quest'ultimo, stando alla denuncia delle vittima, l'avrebbe costretta a subire atti sessuali.

La richiesta d'aiuto è arrivata lo scorso 19 gennaio. Maria è stata ascoltata dagli investigatori una prima volta in quello stesso giorno e una seconda il 22 gennaio. Il suo racconto è stato raccapricciante. Il padre, la madre e il fratello - stando alle accuse - la maltrattavano e la insultavano arrivando a minacciarla anche di morte. Le aggressioni fisiche erano frequenti: calci e schiaffi e tirate di capelli. Ma le accuse più gravi riguardano però il fratello di sette anni più grande di lei. Quest'ultimo con violenza e minacce avrebbe costretto Maria a compiere e subire atti sessuali. Un supplizio che ha spinto la ragazza a pensare al suicidio. Poi Maria ha trovato la forza di chiamare il 114. A casa con i tre indagati e la vittima vive anche una sorella più piccola di Maria. A quel punto il sostituto procuratore di Vasto, Silvia Di Nunzio, ha deciso di disporre un incidente probatorio per acquisire la diretta testimonianza delle due sorelle.

Il magistrato in questo modo vuole acquisire e cristallizzare le dichiarazioni di Maria e delle sorellina.

L'esito dell'incidente probatorio è fondamentale per sostenere l'accusa nei confronti degli indagati durante il dibattimento. Una perizia decisa durante il processo richiederebbe almeno sessanta giorni prima del deposito. L'incidente probatorio accelererà l'iter procedurale. La data in cui si svolgerà la perizia non è stata ancora fissata. Come detto, adesso Maria è al sicuro e protetta e la vicenda, vista l'età della presunta vittima e le gravi accuse rivolte ai familiari, è coperta dal massimo riserbo. Gli indagati da parte loro negano ogni addebito. Ad assisterli è l'avvocato Raffaele Giacomucci.
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