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Violenza sessuale, condanna bis per il sindaco di Perano

I giudici di Perugia, cui la Cassazione ha rinviato gli atti, hanno condannato a 3 anni e 4 mesi di reclusione Gianni Bellisario. Lui: «Sono innocente»

PERANO. Nuova condanna per il sindaco di Perano (Chieti) Gianni Bellisario. La Corte di appello di Perugia gli ha inflitto tre anni e 4 mesi di reclusione per una presunta violenza sessuale commessa su una ragazza, oggi 23enne. Una nuova condanna dopo quella in appello all’Aquila e le due assoluzioni in primo grado e in Cassazione, che doveva mettere un punto ad una storia che scuote il paese sangrino da ormai sei anni. Invece ha aperto la strada ad un nuovo ricorso agli ermellini che Bellisario sta preparando con i suoi legali, Massimo Biscardi e Augusto La Morgia. Il fascicolo era approdato a Perugia nel dicembre scorso dopo che la terza sezione penale della Cassazione aveva annullato la sentenza di condanna emessa dalla Corte d’appello dell’Aquila, sempre a 3 anni e 4 mesi di reclusione e 5 anni di interdizione dai pubblici uffici. Una vicenda complessa quella che coinvolge il sindaco, iniziata il 27 maggio 2010 quando la ragazza, presunta vittima della violenza, presentò ai carabinieri di Atessa una denuncia contro Bellisario, che l’avrebbe costretta ad avere un rapporto sessuale in un cantiere edile. La ragazza si era recata dal primo cittadino per prospettargli un problema di lavoro e lui le avrebbe chiesto di seguirla nel cantiere dove doveva fare un sopralluogo, dicendo che l’avrebbe ascoltata durante il percorso. Al cantiere invece, secondo l’accusa, avrebbe abusato di lei. I carabinieri di Atessa si recarono subito sul posto indicato dalla ragazza e trovarono fazzoletti sporchi di liquido seminale che le analisi dei Ris confermarono essere dell’uomo. Durante il processo con rito abbreviato nel 2012, gli avvocati del primo cittadino poggiarono la loro requisitoria, con richiesta di assoluzione, sull’inattendibilità della ragazza e sul fatto che fosse consenziente. Tesi accolta dal giudice che assolse il sindaco “perché il fatto non costituisce reato”. Presentò ricorso in appello l’avvocatessa della ragazza, Danielle Marguerite Mastrangelo, e arrivò la condanna a poche ore dal voto. Bellisario vinse le elezioni e presentò ricorso in Cassazione che annullò la sentenza aquilana e inviò gli atti a Perugia. «Sono innocente e continuerò a ribadirlo», afferma Bellisario, «ora procederemo con il ricorso in Cassazione». Anche perché a Perugia la stessa Procura ha chiesto l’assoluzione dell’imputato, come ovviamente hanno fatto i difensori Biscardi e La Morgia. La condanna è stata, quindi, decisa dai giudici. Servirà un altro grado di giudizio per mettere la parola fine. (t.d.r.)

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