Violenze sulla figlia madre condannata per favoreggiamento

Inflitti col rito abbreviato 10 mesi e 20 giorni non segnalò che un pensionato abusava della piccola

LANCIANO. È stata condannata con il rito abbreviato a dieci mesi e 20 giorni di reclusione per favoreggiamento, per non aver riferito all’autorità giudiziaria le presunte violenze sessuali subite dalla figlia che, all’epoca dei fatti, nel 2010, aveva appena cinque anni.

La donna, 44 anni, per il pubblico ministero Francesco Menditto, che ha chiesto in udienza due anni di reclusione, avrebbe nascosto alla magistratura fatti gravi, aiutando così il pensionato, accusato di pedofilia, e che il 30 maggio è stato condannato dal tribunale collegiale a 10 anni di reclusione, a farla franca.

Già durante l’inchiesta sulla violenza sessuale, la Procura aveva sottolineato il comportamento anomalo della donna che non avrebbe protetto la bimba e che quando la figlia le avrebbe chiesto aiuto, le avrebbe risposto: «Fallo fare».

Fu proprio questa frase, ricordata ieri in udienza, a far finire per un mese in carcere la madre con la stessa accusa per la quale ieri è stata condannata: favoreggiamento. La custodia in carcere si era resa necessaria anche per evitare che la donna inquinasse le prove durante l'incidente probatorio. Tnfatti, alla fine delle indagini fu scarcerata.

Diverso il parere degli avvocati della 44enne che l’hanno rappresentata in tribunale, Giorgio De Giorgio e Barbara Sozio: convinti della sua innocenza, hanno chiesto al giudice l’assoluzione, sostenendo che la donna cercò in tutti modi di capire se l’episodio di violenza sulla figlia fosse avvenuto o meno.

«Siamo dispiaciuti, soprattutto dal punto di vista umano, di non essere riusciti a dimostrare l’estraneità della donna dai fatti addebitati. È una vicenda complessa, un dramma familiare che la signora ha affrontato da sola, senza aiuti dai servizi sociali. Ad ogni modo ricorreremo in appello».

Con la condanna prima del presunto violentatore della bambina a dieci anni di reclusione e ora della donna a dieci mesi e 20 giorni, pena sospesa e beneficio della non menzione, si è chiusa davanti al giudice delle udienze preliminari, Francesca Del Villano Aceto, una vicenda giudiziaria che, purtroppo, ha avuto come vittima una bimba di soli 5 anni e che, sentenze a parte, porterà sempre dentro di sé le ferite lasciate dagli “adulti” che avrebbero violato, in un modo o nell’altro, la sua innocenza.

Teresa Di Rocco

©RIPRODUZIONE RISERVATA