Zavattaro: impossibile fare altri tagli

Il manager difende il piano Asl dopo il no della Regione: reparti necessari

CHIETI. Oggi è il giorno decisivo della partita dei tagli sull'Atto aziendale, protagonisti la Asl Chieti-Lanciano-Vasto e l'ufficio del commissario alla Sanità e governatore Gianni Chiodi. Nella posta in palio ci sono la dotazione dei reparti dell'Azienda sanitaria teatina e la qualità dell'assistenza ospedaliera. «Scadono», spiega il manager della Asl, Francesco Zavattaro, «i sessanta giorni in cui il commissario e la sua vice Giovanna Baraldi devono inoltrare i rilievi sul nostro programma».

Partita complicata per la Asl, che deve vedersela con un no secco della Regione, Ufficio direzione politiche della salute, che in un documento circolato l'altro ieri aveva bocciato 18 su 54, un terzo delle unità operative complesse (Uoc) previste dall'Atto aziendale. L'ufficio tecnico regionale preposto all'analisi dei programmi delle asl aveva applicato nella sua nota, datata 9 gennaio, le prescrizioni contenute nelle Linee guida e nel Documento tecnico dell'ufficio del commissario.

Il manager preferisce però ammorbidire i termini del confronto con la Regione. «Non c'è stata alcuna bocciatura», spiega, «e non siamo stati nemmeno rimandati a settembre. Sull'atto aziendale alla Regione dovremo solo fornire alcuni chiarimenti non appena ne sarà fatta formale richiesta». Il manager designato dal centrodestra affronta la questione in senso tecnico, sostenendo che «l'atto aziendale è uno strumento di autodeterminazione che in quanto tale non è soggetto a approvazione, e va inviato in Regione per il parere di conformità alle linee guida emanate in materia».

Indirizzata a Chiodi e Baraldi, la nota della Regione dovrà essere convertita entro oggi in una comunicazione ufficiale diretta a Zavattaro e al suo staff della Direzione generale. «Non so, lo dico francamente», osserva il direttore generale, «se il contenuto di quel documento, peraltro prodotto dall'Avvocatura dello Stato nella controversia al Tar sulla chiusura dell'ospedale di Guardiagrele, arriverà a noi con le medesime prescrizioni e osservazioni».

In altre parole, Zavattaro prospetta la possibilità che Chiodi e Baraldi facciano passare l'atto aziendale così com'è, con la previsione di una ventina di reparti e servizi in più rispetto alle indicazioni perentorie della Regione. «Siamo consapevoli», annota il manager, «della difformità rispetto alle linee guida, ma il quadro delle Unità operative è stato concordato tenendo conto della presenza della presenza dell'università nel capoluogo, da sola costituente i quattro quinti della sanità chietina. Una presenza», riprende, «regolata da una convenzione tra Regione e università su cui la Asl non può intervenire. A questo punto ci auguriamo una revisione della convenzione, se non altro perché risalente al 1997 e quindi da aggiornare. Ma fino a quando l'assetto universitario all'interno dell'Azienda sanitaria rimane quello attuale, il nostro margine di manovra è in parte vincolato».

Poi Zavattaro parla dei rapporti con l'ufficio del commissario. «Se dovesse passare il taglio prospettato da quel documento che per noi, ripeto, ha un valore informale, mi dichiarerei deluso dal momento che la linea della Asl prevede anche la salvaguardia dei rapporti di lavoro e il rispetto dei contratti. Diversamente», argomenta Zavattaro, «si andrebbe incontro a situazioni conflittuali che esporrebbero la Asl a contenziosi dagli effetti disastrosi, sotto il profilo economico e d'immagine». Il manager fa notare anche discrepanze contenute nella nota al centro della discordia. «Si parla di 16 Uoc da tagliare», annota, «ma a essere completi sarebbero 22, visto che l'atto aziendale prevede 103 unità operative complesse contro le 81 delle linee guida. Un'ipotesi plausibile è che il documento abbia menzionato soltanto le voci in cui è stata verificata una difformità tra atto aziendale e prescrizioni».

Uoc a parte, la partita si gioca anche sul numero e la dislocazione dei distretti sanitari di base, che la Regione vorrebbe far coincidere con gli enti d'ambito sociale. «Che sia un atto aziendale di sviluppo, con lo sguardo volto al futuro della sanità chietina», osserva Zavattaro, «lo dimostrano previsioni come quelle da noi fatte sulla struttura complessa della Fisica sanitaria e sulla Farmacia territoriale».

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