Addio sir Roger Moore mitico James Bond ironico ed elegante

L’attore aveva 89 anni. Il successo in tv con“Attenti a quei 2” e il ladro gentiluomo Simon Templar. Poi i record con 007

A servizio segreto di sua maestà per ben settevolte. Lo smoking lo portava come se lo avesse cucito addosso, perfetta incarnazione del gentiluomo inglese. Roger Moore, uno dei più amati interpreti degli anni Settanta e Ottanta, l’attore britannico che ha vestito più spesso i panni di 007, è morto ieri all’età di 89 anni.
La notizia è stata confermata dalla sua famiglia: «È con il cuore pesante che dobbiamo annunciare che il nostro amorevole padre, Sir Roger Moore, è morto oggi in Svizzera dopo una breve e coraggiosa battaglia contro il cancro». Così Deborah, Geoffrey e Christian, i figli dell’attore in un tweet. «L’amore con il quale ci ha circondati nei suoi ultimi giorni», vi si legge ancora, «è stato così immenso che non può essere quantificato con le sole parole». I funerali di Moore si terranno in forma privata a Monaco.
Moore iniziò a interpretare il personaggio creato da Ian Fleming nel 1973, con il film “Agente 007 - Vivi e lascia morire”, l’ottavo della saga, succedendo a Sean Connery, che aveva fatto diventare Bond un mito. A parte 007, Moore è stato un popolarissimo attore di cinema e televisione degli anni Sessanta. Nato a Londra il 14 ottobre 1927, figlio unico di un poliziotto, studia alla Royal Academy of Drama e comincia a frequentare i piccoli teatri del West End. Poi una parentesi sotto le armi. Sposato dal 2002 con la multimilionaria di origini danesi e svedesi Kristina Tholstrup (che solo lo scorso anno aveva perso la figlia che Moore aveva cresciuto come sua), l’attore aveva alle spalle tre precedenti matrimoni naufragati. Dal 1946 al 1953 fu legato a Doorn van Steyn. Successivamente sposò la vocalist Dorothy Squires, che lasciò per l’attrice italiana Luisa Mattioli. La coppia si sposò nel 1969, quando la Squires concesse a Moore il divorzio.
Dalla Mattioli ha avuto tre figli: l’attrice Deborah Moore (nata il 27 ottobre 1963), l'attore Geoffrey Moore (nato il 28 luglio 1966) e il produttore Christian Moore. Moore e la Mattioli hanno divorziato nel 1993.
Il primo ruolo importante alla fine degli anni Cinquanta con “Ivanhoe”, ma sarà la serie “Il Santo”, dove interpreta il ladro gentiluomo Simon Templar, ad aprire definitivamente le porte del successo a Roger Moore.
La prima di questo filone è datata 1962, prende il via nel 1966. La carriera tv di Moore si arricchisce di un ulteriore successo grazie alla serie “Attenti a quei due”, telefilm, che nel 1971 lo vede al fianco di Tony Curtis. Questa serie in Italia arriva solo nel 1973 e sarà un trionfo. Nello stesso anno l’attore inglese dallo sguardo ironico eredita il ruolo di James Bond, l’agente segreto precedentemente portato al successo da Sean Connery. I produttori permettono a Moore di adottare qualche modifica rispetto a Connery, onde evitare le recensioni negative. L'esordio di Moore in “Agente 007 - Vivi e lascia morire” riscuote un successo strepitoso sia di critica che di incassi. Interpreta altre quattro pellicole della saga, “Agente 007 - L'uomo dalla pistola d'oro”, “La spia che mi amava”, “Moonraker - Operazione spazio”, “Solo per i tuoi occhi”.
Convinto a tornare nei panni di Bond anche nel successivo “Octopussy - Operazione piovra” (1983), a causa della contemporanea uscita dell'apocrifo “Mai dire mai”, dove nel ruolo di 007 era torna il mostro sacro Sean Connery, il risultato finale vedrà come trionfatore, anche se di pochi milioni di dollari, Moore.
L'ultimo Bond dell’attore britannico fu in “007 - Bersaglio mobile” (1985), all’età di 58 anni, criticato dallo stesso attore per la sua violenza e in parte rinnegato in quanto si sentiva troppo anziano per la parte. Fino ad oggi, Moore è l'interprete che, nella serie ufficiale, ha interpretato più volte il ruolo di 007.
Dal 1991 Roger Moore diventa Ambasciatore Umanitario Unicef, l'Ente Mondiale che tutela i diritti dell'infanzia. L'attore svolge questo incarico con costante impegno e si fa spesso promotore di campagne di sensibilizzazione. Nel 2003 la Regina Elisabetta II lo ha nominato Cavaliere dell'Impero Britannico, da cui il titolo di Sir.
Ha partecipato all’esecuzione del brano musicale dei Beatles “Let It Be”, collaborando con la rock band Svedese Gyllene Tider ed è presente anche nel videoclip. «Tutto il mondo lo conosceva per i suoi film, i suoi show televisivi e per il suo lavoro appassionato per l'Unicef che lui considerava il più grande dei suoi impegni. L’affetto che nostro padre sentiva ogni volta che era su un palcoscenico», scrivono ancora i figli, «o davanti ad una macchina da presa lo ha riempito enormemente e lo ha tenuto impegnato fino ai suoi 90 anni, con la sua ultima apparizione lo scorso novembre sul palco del Royal Festival Hall di Londra. La platea lo ha applaudito dentro e fuori dal palco, fino a scuotere le fondamenta dell'edificio, a poca distanza da dove nacque».
Antonio Di Capista