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Amendola: il mio noir pescarese pronto per i festival d’autunno

L'attore e regista romano ha girato "Il permesso" in Abruzzo insieme a Luca Argentero, Giacomo Ferrara e Valentina Bellè. «volevo mettermi in gioco, realizzando qualcosa di completamente differente dal mio primo film. Così ho pensato a un noir, e questo è particolarmente duro»

ROMA. È un personaggio «più vero che mai», dice l'attore sorridendo, quello di Samurai, ispirato a Massimo Carminati, in Suburra di Stefano Sollima ad aver portato a Claudio Amendola la nona nomination (otto da interprete e una per la miglior commedia, con una vittoria, l'anno scorso per “Noi e la Giulia”) ai Nastri d'argento. Un traguardo che arriva a riprese appena finite – la settimana scorsa a Pescara – del suo secondo film da regista, il noir “Il permesso”, ora in fase di montaggio, e mentre la sua città, Roma è nel pieno della scelta del nuovo sindaco. «L'unica richiesta che mi sentirei di fare per Roma è ai romani. Serve più educazione, per migliorare le cose in questa città, che oggi è sporca e ingovernabile», dice. «Tra i candidati sindaco non ce n'è uno che rispecchi le mie idee».

Riguardo la sua opera seconda, “Il permesso”, spiega Amendola, «volevo mettermi in gioco, realizzando qualcosa di completamente differente dal mio primo film (la commedia “La mossa del pinguino” ndr). Così ho pensato a un noir, un genere che amo, e questo è particolarmente duro».

Amendola ne è anche protagonista con Luca Argentero, Giacomo Ferrara e Valentina Bellè. «Un Argentero così nero e spietato non l'avete mai visto», aggiunge l’attore-regista. Basato su un soggetto di Giancarlo De Cataldo, che poi ne ha scritto la sceneggiatura insieme a Roberto Jannone e allo stesso Amendola, racchiude le storie di quattro detenuti ai quali viene concesso un permesso di uscita dal carcere, della durata di 48 ore. Sono Luigi (Amendola), condannato per duplice omicidio, ora in cerca di pace; Donato (Argentero), 35 anni, condannato innocente che copre il vero colpevole; la 25enne Rossana (Bellè), figlia di una diplomatica, arrestata per traffico internazionale di stupefacenti e il ventenne Angelo (Ferrara), ragazzo di borgata condannato per rapina. «Non avere ancora una distribuzione mi ha permesso di essere molto libero, di realizzare “Il permesso” come volevo», dice. Il debutto, visti i tempi di realizzazione, potrebbe arrivare a uno dei grandi festival d'autunno. È stato per lui un dispiacere «visto l'impegno nello stesso identico periodo con il mio film, non aver più potuto girare “Falchi” di Toni D'Angelo, una bella storia con attori come Michele Riondino e Fortunato Cerlino, che mi piacciono molto».

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