musica rock 

“Appunti di viaggio” progressive degli Sfaratthons di Borrello

BORRELLO. A distanza di tre anni da “La Bestia Umana”, gli Sfaratthons (inglesizzazione del dialettale “Sfarattòne”, “scansafatiche”), band proveniente da Borrello in provinia di Chieti, presentano...

BORRELLO. A distanza di tre anni da “La Bestia Umana”, gli Sfaratthons (inglesizzazione del dialettale “Sfarattòne”, “scansafatiche”), band proveniente da Borrello in provinia di Chieti, presentano “Appunti di viaggio”, la loro seconda opera rock, composta da nove brani, alcuni interamente strumentali, nel solco della tradizione del progressive rock, altri cantati, alcuni in italiano, altri in inglese, altri ancora in dialetto abruzzese. “Appunti di viaggio” è il titolo dell’opera, ma anche il brano interamente strumentale con cui si apre il cd: una suite di circa dieci minuti,
«Gli Sfaratthons», si legge nelle note di presentazione del disco, «hanno pensato a un viaggio non solo sonoro, ma anche visivo, letterario ed emozionale: il cd è infatti contenuto all’interno di un booklet di 36 pagine, in cui, oltre ai testi delle canzoni, vengono presentati dipinti a tema dell’artista Luca Luciano, affermatosi da anni nell’ambito artistico nazionale e internazionale e che recentemente è stato presente alla Biennale di Venezia. I brani in inglese sono stati scritti dal batterista del gruppo, rientrato due anni fa in Italia, gli altri da Argentino D’Auro (già autore di “La bestia umana - Una piccola impresa musicale”, volume che nel 2018 ha ricevuto una menzione speciale alla rassegna letteraria fiorentina “Ut pictura poesis”) e da Donato Di Luca, scrittore e poeta di origini abruzzesi, autore di libri, racconti, rappresentazioni e poesie, in italiano e vernacolo, vincitore di diversi concorsi di poesia dialettale, fra cui due edizioni consecutive del “Premio Sigismondi” di San Vito Chietino negliaAnni Ottanta. La presenza del flautista internazionale Geoff Warren, compagno di viaggio degli Sfaratthons per l’occasione, impreziosisce l’opera, conferendole, a tratti, connotati quasi epici».
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