la mostra

Biennale Arte&Industria, l’Abruzzo in Croazia

La curatrice è Lucrezia De Domizio Durini: «Invaderemo Labin, dai musei ai supermarket». Esporranno anche Appicciafuoco, Le Donne, Ruzzi, Viani, Schirato, Di Paolo

Indipendente, ribelle, innovativa, l’hanno definita in tanti modi la nuova Biennale Arte&Industria (IAB) della Croazia, che inaugura a Labin, in Istria, il 2 marzo per chiudere il 30 settembre 2016. Tra i tanti aggettivi non stonerebbe anche “abruzzese”, nel senso che c'è una forte componente di Abruzzo nell'ideazione e nell'organizzazione di questa esposizione internazionale, poiché concepita e curata da Lucrezia De Domizio, la baronessa Durini che, dalla sua villa di San Silvestro a Pescara prima e dal suo palazzo di Bolognano poi ha dato un contributo fondamentale alla storia dell'arte contemporanea dagli anni '70 fino ad oggi.

Ha avuto lei il mandato ufficiale dal presidente e dal direttore della Biennale, Dean Zahtila e Damir Stojnic, nonché dal sindaco di Labin Tulio Demetlika, di redigere questo ambizioso progetto culturale che gode del supporto del Ministero della Cultura croato e della Regione Istriana. Nasce così la prima regolare biennale di Labin – promossa dall'Associazione Labin Art Express XXI e dal Centro culturale Lamparna – che ha come tema “Utopia=Realtà” e come focus la figura del maestro tedesco Joseph Beuys che proprio in Abruzzo ha lavorato negli ultimi 15 fondamentali anni della sua vita. Un'altra nota abruzzese della IAB, che si aggiunge alla scelta proposta da De Domizio Durini di affidare la curatela della sezione speciale Fotografia al curatore Giorgio D'Orazio, e di invitare tra gli artisti internazionali presenti diversi nomi legati alla nostra regione.

«Il filo conduttore che percorre l’intera Biennale è il tentativo di portare alla luce i principi fondamentali dei valori umani che toccano la libera creatività e il confronto tra le diversità», spiega De Domizio Durini. «Le biennali ormai prolificano come conigli in tutto il mondo. Sono loculi funebri dove esporre solo artisti noti e in cui vige il potere della galleria, del critico e spesso anche dello Stato», prosegue la curatrice, che da anni vive a Parigi dopo aver abbandonato tra le polemiche l'Italia. «Per questo ho ideato una Biennale libera, con una visione aperta, lontana da sistemi obsoleti, pedagogica e democratica, pensata per chi non conosce l’arte». Labin, o Albona, è una città dell’Istria immersa nella natura, famosa nei primi del '900 per le sue miniere di carbone, un luogo in cui l'arte vive di differenti istanze culturali, tutte premesse che hanno reso possibile la IAB e portato alla decisione di chiamare una curatrice italiana per questo progetto, che contempla comunque una sezione croata curata dal critico Branko Franceschi.

E così l'invito accolto a titolo gratuito da Lucrezia De Domizio Durini ha trasformato la Biennale di Labin in una manifestazione che rispecchia i concetti beuysiani volti a creare una nuova visone dell'arte finalizzata a un miglioramento sociale e culturale dei suoi fruitori. «Questa nuova Biennale invade l’intera città», illustra De Domizio, «spazi istituzionali come la biblioteca, museo delle Tradizioni, Galleria Nazionale, e poi strade, giardini, scuole, ospedali, bar, hotel, ristoranti, discoteche, supermaket. Ho invitato 64 artisti di diverse generazioni, nazionalità e ricerche, uniti dal confronto della diversità e dal rispetto dell’uomo e della natura. Una Biennale dal titolo “Creative Life” per cui ho desiderato che l’artista stesso scegliesse l’opera da esporre perché capace di rappresentare nel complesso la propria ricerca. Ogni opera avrà in didascalia anche l'indirizzo e-mail personale dell'autore, così che il visitatore possa avere un contatto diretto con l’artista».

Nella lista di artisti provenienti da oltre 20 Paesi del mondo, presenta da Lucrezia De Domizio, compaiono i tre abruzzesi Marco Appicciafuoco, Ettore Le Donne e Maurizio Ruzzi, mentre tra i 25 autori italiani e stranieri selezionati dal curatore D'Orazio per la sezione Fotografia, nella mostra “Oltre l'Immagine” in omaggio a Buby Durini, figurano i fotografi abruzzesi Gino Di Paolo, Stefano Schirato, Dino Viani, Helenio Barbetta, Giorgio Liddo e Alessandro Falco. «L’Italia vive un momento storico tragico culturalmente parlando», sostiene la baronessa Durini. «La Croazia è invece una nazione molto speciale. Ho lavorato già ai tempi di Beuys al museo di Zagabria, a Spalato, a Dubrovnic e l’anno scorso hanno tradotto in croato il mio libro “Perché” (Mondadori). I croati amano la loro terra, sono persone attente alle problematiche sociali e culturali. Sanno coniugare natura e cultura, industria e artigianato, pubblico e privato, mentre nel nostro bel Paese regna anzitutto la partitocrazia».

Anche l'Abruzzo, secondo De Domizio Durini, non si distingue dal resto dell'Italia, ma la baronessa dell'arte sembra avere ancora un importante progetto per la sua regione. «L’Abruzzo è sempre stato sordo rispetto al mio operato culturale in questi 40 anni», continua De Domizio, «ho proposto la realizzazione di un Museo d'Arte Contemporanea nel dismesso Municipio di Bolognano con importanti artisti internazionali, ma non ho mai ottenuto risposta e con le mie uniche possibilità economiche ho rivalutato Bolognano. Ho creato per esempio il “Luogo della Natura”», osserva , «con la Piantagione Paradise, lo Studio di Beuys, l’Ipogeo, il museo fotografico, mai nessuno dalle istituzioni abruzzesi è venuto a visitarlo, contrariamente a delegati esteri. Però sarei disponibile anche oggi, con una mia partecipazione, a farne donazione alla regione Abruzzo». ©RIPRODUZIONE RISERVATA