Colantoni il Marsicano Il ritorno del profeta in patria 

Si apre domani ad Avezzano nell’ex Montessori la grande mostra antologica  del pittore amico di Moravia e Altman che ha lavorato a New York e in Sud America 

AVEZZANO. “Nemo propheta in patria”. La citazione tratta dai Vangeli per anni si è attagliata perfettamente a uno dei più talentuosi e purtroppo sottovalutati artisti marsicani: Domenico Colantoni. Il pittore, “dall’esilio di Paterno”, come lui ama definire la frazione di Avezzano dove vive e ha il suo studio, da quattro anni lotta strenuamente contro un tumore. Ha pregato suo figlio David di scrivere nei ringraziamenti del catalogo rivolti al sindaco di Avezzano, Gabriele De Angelis, queste parole: «Dopo tanta nebbia un raggio di sole».
Finalmente la città, accogliendo l'idea di Alberto Cicerone, curatore della mostra, ha deciso di dedicargli questa “personale” che aprirà i battenti domani nel bellissimo spazio del complesso ex Montessori nel cuore di Avezzano, in via Genserico Fontana.
“Colantoni Marsicano” è il titolo che nasce da una proposta del figlio David al curatore perché, come scrive Cicerone nel catalogo, parte dall'idea di raccogliere alcune opere nelle collezioni marsicane degli ultimi anni del ritorno di Colantoni in Marsica dopo una vita spesa tra Roma, New York e Sud America. Proprio qui il pittore è divenuto celebre sul finire degli anni ’80 quando fu anche inviato in missione diplomatica nell'Uruguay di Sanguinetti, presidente che ha riportato quel paese nel seno delle democrazie, tanto che gli valse un grande ritratto del maestro marsicano, latore per conto dell'Italia dei messaggi di personaggi del calibro di Nilde Iotti alla ritrovata democrazia.
Insieme ai quadri eseguiti da Colantoni negli anni del ritorno marsicano, il curatore Alberto Cicerone ha pensato bene di inserire una ampia sezione retrospettiva del Maestro, comprendente due rarissimi quadri degli esordi surrealisti, dipinti all'inizio del viaggio artistico proprio nella Marsica, per poi passare alle grandi mostre che hanno attestato Colantoni non solo come pittore, ma come pensatore attraverso il mezzo della pittura e anche del cinema.
«Sono le mostre riguardanti la crisi della famiglia», osserva David, anche lui artista, «i lavori della liberazione sessuale, la crisi della coppia, temi paralleli alle indagini antropologiche pasoliniane di comizi d'amore. E sono anche le grandi mostre monografiche che mio padre ha dedicato ad altri artisti con cui aveva stretto amicizia, come il regista Robert Altman e lo scrittore Alberto Moravia. Il suo è stato un lavoro monumentale che gli è valsa una sterminata bibliografia che annovera tra i suoi redattori persino il filosofo Michel Foucault».
Come accade spesso, la coincidenza degli eventi riserva delle sorprese e infatti la mostra “Colantoni Marsicano” apre i battenti proprio a pochi giorni dalla pubblicazione di un grande volume di 450 pagine pubblicato da Bompiani e redatto da Alessandra Grandelis dal titolo “Non so perché non ho fatto il pittore”, che contiene tutti gli scritti d'arte di Moravia dal 1934 al 1990 e illustra il fecondo rapporto che Moravia ebbe con gli artisti e con l'arte. Nel volume, a Domenico Colantoni sono dedicati due ampi scritti di Moravia.
Oltre alla pubblicazione di Bompiani si registra un'altra pubblicazione che chiama direttamente in causa Domenico Colantoni, ed è il libro autobiografico del poeta Elio Pecora – “Il libro degli amici” Neri Pozza editore – esponente di quella cerchia di intellettuali e artisti che si frequentò nella Roma degli anni Settanta e Otttanta, insieme a Pasolini, Moravia, Morante, Calvino, Colantoni, De Chirico e tanti altri.
Sarà una mostra atipica perché durante l'intero arco dell’esposizione, che chiuderà il 15 gennaio, sono previsti concerti, incontri e dibattiti. Inoltre, saranno proiettati alcuni di quei film d'autore diretti da Colantoni che alla loro uscita, alla fine degli anni Settanta, gli fecero guadagnare l'amicizia di Natalia Ginzburg e dello stesso Moravia.
Domani inaugurerà la mostra un concerto della cantante lirica Natalia Pavlova, discendente del poeta Puškin, che del maestro Colantoni è la nuora, accompagnata dalla pianista marsicana Greta Cipriani.
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