“Cronachette praghesi”, versi all’ombra di Kafka 

Torna in libreria per il centenario del geniale scrittore la raccolta del poeta abruzzese Marianacci

PESCARA. “Cronachette praghesi”, l’ultimo libro di liriche del poeta e scrittore Dante Marianacci – super premiato con il lungo poema “Bagliori planetari” – uscì per la prima volta nel 1990 forte di una prefazione di Giorgio Barberi Squarotti. Viene ripubblicato, da Sigraf, ora in occasione del centenario della morte di Kafka, perché in gran parte scritto a Praga, dove l’autore abruzzese soggiornava per le sue funzioni legate al Ministero della cultura italiana. L’opera, intrisa dunque delle atmosfere care al grande scrittore boemo, risente moltissimo del contesto praghese, così ricco di quel simbolismo tanto vicino ai racconti kafkiani. Siamo di fronte, però, a un tentativo di ricreare le atmosfere kafkiane piuttosto “dal di dentro”, cioè da esperienze realmente vissute. Si può proprio dire che Marianacci insegue Kafka tra le strade e gli ambienti di Praga alla ricerca dello svelamento di quel mistero che ha fatto grande l’autore delle Metamorfosi. E ciò a conferma che la poesia, come arte delle parole, non resta legata solo ai versi, ma emerge soprattutto da una visione della vita che tiene conto del fatto che ogni realtà rinvia sempre ad altre realtà, come sembra suggerire l’opera di Kafka. Naturalmente la silloge di Marianacci attinge anche ad altro, si riempie di incontri, di personaggi, di angoli che si offrono a sorpresa, di suggestioni, in una sequenza infinita di vie, case, luoghi con cui il pensiero e la parola giocano al rimbalzo, in un andirivieni di specchi e proiezioni in cui il poeta abruzzese si muove leggero come una specie di danzatore. Forte è poi nel poeta la tendenza a mescolare le esperienze concrete con le perplessità e le convinzioni intime, così intrise anche di riferimenti morali ed emotivi per i quali l’autore spesso si affida ad un fantomatico “tu”. Tuttavia il pensiero finale, anche del lettore, va sempre a Kafka, come se Marianacci si misurasse a ricreare un ambiente, a ricostruire un’epoca e a entrare oltre il luogo e oltre il tempo nell’anima del grande scrittore. Siamo di fronte insomma a poesie che si soffermano sulla ripetizione dei significati kafkiani, nel tentativo forse anche di chiarire qualcuno degli enigmi lasciati da Kafka.