Da Pescara a Marte: Francesco, lo scienziato innamorato dello Spazio

Salese è il giovane ricercatore abruzzese della d’Annunzio autore di una ricerca che rivoluziona l’idea del pianeta rosso

di Vito de Luca

Il suo sogno? Quello di diventare Mark Watney. E se qualcuno si starà chiedendo chi sia Mark Watney, la risposta è subito detta. Watney è il nome del protagonista, impersonato da Matt Damon, di The Martian di Ridley Scott, “il marziano” che viene inviato su Marte per scopi scientifici, il quale, nel film, per un incidente, rimane però sul pianeta rosso, costretto ad attendere anni, prima dell'arrivo di una missione di soccorso.

Si vede così, disavventure planetarie a parte, uno scienziato pescarese in erba, Francesco Salese, di 28 anni, che negli ultimi tempi è salito alle cronache nazionali, per via di un articolo scientifico, pubblicato sulla prestigiosa rivista Journal of Geophysical Research, in cui lui è la prima firma.

Salese, laureato all’’università d’Annunzio, in Scienze e tecnologie geologiche, con tanto di dottorato di ricerca europeo, conseguito successivamente nella stessa università di Chieti-Pescara, e un master in Politiche e istituzioni spaziali, con i suoi colleghi d’équipe ha scoperto non solo che su Marte, in passato, vi sia stata acqua, ma che questa presenza sarebbe durata per milioni di anni. Insomma, secondo la ricerca di Salese (e altri), in questo periodo impegnato in un post-dottorato annuale a Roma, al l’Agenzia Spaziale Italiana, che ci sia stata la vita su Marte, in un lontano passato, potrebbe diventare un domani non più solo una mera ipotesi. come racconta in questa intervista al Centro.

Salese, come nasce questa sua passione per la ricerca nell’Universo?

«Io ho sempre voluto lavorare nel settore spaziale, sin da piccolo».

Anche lei, da piccolo, come molti dei bambini nati verso la fine degli anni Sessanta, in concomitanza con lo sbarco sulla Luna, sognava di fare l’astronauta?

«Sì, assolutamente sì. Sin da piccolo aspiravo a diventare, da adulto, un astronauta. Poi, col passare degli anni, già dai tempi in cui frequentavo il liceo scientifico Leonardo da Vinci, a Pescara, ho preso sempre di più la passione per l’astrofisica».

In particolare, di cosa si interessava all’epoca?

«Leggevo pubblicazioni inerenti alla fisica pura. Per esempio i libri di Piergiorgio Odifreddi, di Albert Einstein e di Stephen Hawcking. Poi è accaduto, però, che, nell’estate della maturità scientifica, sono venuto a scoprire che a Chieti era presente il corso di Geologia planetaria. Ed essendo molto legato alla mia regione, mi sono iscritto a quel corso».

Una disciplina, però, un po’ diversa dall’astrofica, quella che più le interessava ai tempi del liceo.

«Sì, con Geologia planetaria ho percorso un’altra strada, più di nicchia; e, dal mio punto di vista, più entusiasmante. Quindi andai a parlare con il professore Gian Gabriele Ori, il primo geologo planetario italiano, il quale è stato il mio mentore e direttore di tesi del mio dottorato di ricerca. È anche grazie a lui, infatti, tengo a precisarlo, se ho potuto sviluppare e coltivare questa mia passione».

Con Ori, quindi, si apre una fruttuosa collaborazione?

«Sì, con Ori abbiamo realizzato i siti di atterraggio e le caratterizzazioni geologiche delle missioni Esa, dunque dell’European space agency; della sonda Schiaparelli, e un’altra missione che dovrà andare su Marte nel 2020».

Lei pensa pertanto che - come nei programmi di Elon Mask, il quale ha annunciato che a breve porterà a termine un viaggio su Marte - sia alle porte un inizio di turismo spaziale?

«Il turismo spaziale sarà la nuova frontiera e io andrei volentieri in uno di questi viaggi. Anche perché la presenza di un geologo è importante».

Dunque, la sua una vita è immersa nell’universo. Non ha altri interessi, diciamo più “terrestri”?

«Certo. Sono un appassionato di speleologia e di canyoning, che consiste in discese lungo i torrenti, passando anche attraverso delle gole strette. In Abruzzo ci sono molti posti in cui praticare quest’attività. Per quanto riguarda la speleologia, invece, oltre che nelle grotte abruzzesi, mi sono recato anche nelle Marche, entrando nelle grotte verticali di Frasassi. Ma non sono solo questi, i miei interessi».

Ve ne sono altri?

«Beh, ho praticato atletica per più di dieci anni, in particolare il mezzofondo con l’Atletico Pescara Stadio. In questo campo ho vinto un campionato regionale 2000 siepi e una staffetta 4 per 400, nella categoria allievi. Poi ho partecipato a dei campionati di società a Pistoia. L’atletica è una buona maestra di vita per ottenere risultati. Ma poi mi piace anche la letteratura, autori come i Pirandello e Svevo, e film come Interstellar e The Martian. Per quest’ultimo, mi piacerebbe fare quello che ha fatto il protagonista».

©RIPRODUZIONE RISERVATA