E all’Aquila ritorna il Pinewood Festival 

Da oggi per due giorni a Murata Gigotti a Coppito rock, installazioni cult e attrazioni ludiche

L’AQUILA. Amplificatori pronti a vibrare da questo pomeriggio per il Pinewood Festival all'Aquila, la grande kermesse dedicata alla musica indie, con una due giorni a Murata Gigotti (nell'area di Coppito) tra musica, installazioni cult e attrazioni ludiche. Tra i gruppi principali della giornata inaugurale della terza edizione ci sono i Pinguini Tattici Nucleari, con loro Fast Animals and slow kids, Populous, Postino, Mèsa, Cosmetic, Laneve, Blckeby, Gina. In apertura l'aquilano Alberto Ludovici, in arte 001 Best, pronto a dedicare al suopubblico un'esibizione eclettica, forte anche della collaborazione di Jacopo Scotti, Alessia Neri e Luisa Vivio, oltre a Stefano Lepidi e Filippo Zupardi (operatori psichedelici). Domani sarà la volta di Franco 126, Giorgio Poi, Sxrrxwland, Costiera, Lorenzo Bitw con Serena Di, il party targato Linoleum, Meli, Merifiore, Mark Bear, fino al Poetry Slam, la battaglia poetica. Domani sara soprattutto la volta dei Canova, gli headliner della giornata conclusiva.
In giro dal 2013, hanno dato seguito all'album d'esordio, “Avete ragione tutti”, con il nuovo “Vivi per sempre”, uscito il 1° marzo scorso. L’album, così come il precedente, non si propone come un concept bensì una raccolta di canzoni figlie di momenti diversi e di circostanze e ispirazioni estemporanee. Le canzoni che abitano “Vivi per sempre” oscillano tra il pop super catchy della scrittura di Matteo Mobrici e il rock ruvido ma armonioso della band milanese. Ci sono i sentimenti, le notti insonni, le rincorse, le sigarette, le bevute, le domeniche noiose, ma anche l’infanzia, la vita appunto, e la morte. Mobrici è il frontman della band; con lui, sul palco, Fabio Brando, Federico Laidlaw e Gabriele Prina. «Per noi, dal punto di vista tecnico», spiega Mobrici, «non fa molta differenza suonare in locali o nei festival all'aperto. Quello che cambia è l'energia che la gente ci restituisce l'estate: si sta sotto al palco ben più spensierati, senza pensare agli impegni lavorativi, o scolastici o universitari. Si ha più tempo per godere di un concerto e a noi, questa energia della gente, arriva tutta rendendo l'esperienza live completamente diversa. Abbiamo percorso la Penisola da nord a sud», conclude Mobrici. «E abbiamo suonato diverse volte in Abruzzo. Suoniamo ancora molto dal vivo, anche se non con la stessa frequenza di prima, magari in palchi più grandi». (fab.i.)
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