IL LIBRo del fondatore di Eataly

Farinetti viaggia indietro nel tempo per scoprire il domani

“Ricordiamoci il futuro”, sette racconti ispirati alla forma delle operette morali con personaggi di epoche diverse

Sembra il protagonista del film di fantascienza “L’uomo che visse nel futuro (The Time Machine)” diretto dal regista George Pal. In quella memorabile pellicola, come si diceva prima dell’avvento del digitale, il protagonista viaggia nel tempo per potere comprendere meglio il domani.
E così, quasi allo stesso modo, Oscar Farinetti compie una operazione simile nel libro “Ricordiamoci il futuro” (Edizioni Feltrinelli; pag.149; 15 euro). Con questo libro il fondatore di Eataly torna sui grandi temi che gli stanno a cuore: la biodiversità e l’eccellenza italiana nel campo agroalimentare. Sette storie e un riassunto. Da leggere con calma, suggerisce l'autore: «Magari una storia al giorno. Poi l'ottavo giorno leggete il riassunto». I racconti si ispirano alla forma delle operette morali, con personaggi spesso appartenenti a epoche diverse - da Noè a Fabio Brescacin di NaturaSì, da Plinio il Vecchio a Tonino Guerra, da Hemingway ad Alice «acciuga filosofa» - dialogano sulla scoperta del fuoco, ripercorrono la storia dell’agricoltura, raccontano la storia del vino, della birra, dell’olio e quella della pesca, si interrogano sul rapporto fra gli uomini e gli animali e provano a immaginare un futuro sostenibile.
Farinetti condensa queste storie millenarie, l’origine delle diverse colture e le scoperte che le riguardano, trattate con l'occhio attento e rispettoso di chi crede fermamente nell’innovazione così come nell’importanza della tradizione. Il racconto lungo di chiusura ci porta nel Rinascimento attraverso il dipinto “Il battesimo di Cristo”, della bottega del Verrocchio. In un ripetuto confronto fra il presente e quel florido passato emerge la necessità di abbandonare le lamentele verso le storture del presente e diventare i primi protagonisti del cambiamento. A suggello del libro un «riassunto» dal Big Bang ai giorni nostri, una riflessione che ci invita a un modello sociale ed economico basato su un nuovo rapporto con la natura e tra noi uomini, in cui la parola chiave sia «rispetto». Il libro si apre con la storia Dorothy, una ragazza di 14 anni vissuta un milione e mezzo di anni fa, in un periodo storico che si chiama Pleistocene, nell’Africa orientale. E alla prese con la scoperta del fuoco. «Il mio principale lavoro è fare il droghiere»,scrive Farinetti, «dunque sono consapevole di prestare il fianco alle critiche da parte di chi lo scrittore lo fa di mestiere. Li comprendo, ma vorrei che non me ne volessero troppo, già mi succede di essere antipatico a me stesso...». E aggiunge: «Ho deciso di raccontare da dove arriviamo, per cercare di capire dove andiamo. Dobbiamo smettere di pensare che comportarsi bene sia noioso, da sfigati. È più figo fare la raccolta differenziata e parcheggiare in modo corretto, riciclare e prendersi cura della sostenibilità». Alla fine, si scopre che il vero protagonista del libro è Leonardo Da Vinci, «il re dei generici, ma che a differenza di noi mediocri, sapeva mettere il suo immenso genio in ogni cosa che faceva».