I Management risorgono con Kate Moss 

La band di Lanciano anticipa l’album con un singolo dedicato alla modella: «E’ bello solo quello che è bellissimo»

LANCIANO. Due anni dopo “Incubo stupendo” il Management torna sulla scena musicale con un nuovo disco e una veste rinnovata. Il prossimo lavoro del gruppo lancianese uscirà nel 2019, e viene anticipato dal singolo “Kate Moss” che in questi giorni ha iniziato a girare in radio e on line. La veste nuova è invece rappresentata dal cambio del nome, che dallo storico “Management del dolore post operatorio”, con cui la band è nata nel 2006, passa a semplice “Management”: praticamente il nome con il quale comunemente vengono chiamati gli artisti frentani.
Taglio del nome ma anche dei componenti, perché a pubblicare il singolo sono solo i due storici fondatori del Management: Luca Romagnoli, voce e autore oltre che volto simbolo della band, e il chitarrista e compositore Marco Di Nardo. «È una scelta da Management: siamo sempre stati contraddittori e incoerenti», tagliano corto Romagnoli e Di Nardo sul nome, «questa è la nostra forma di coerenza: quando sei incoerente sempre, diventi coerente». “Kate Moss” è più elettronico rispetto alle canzoni precedenti, ma non perde lo stile Management: come i lavori precedenti, presenta sempre qualche innovazione o cambiamento, cosa che ha appunto sempre caratterizzato lo stile e l’evoluzione del Management. Il video del singolo, prodotto da Antonio Filippelli, è un quadro in movimento prodotto da Basement e diretto da Giulia Achenza, regista di fashion film e pubblicità di moda. In un ambiente asettico Romagnoli e Di Nardo pedalano sulla cyclette, e intorno a loro si muovono due donne dai canoni estetici diversissimi, che evocano la ricerca della tanto agognata perfezione fisica: i loro movimenti, con gesti onirici e surreali, lasciano però indifferenti ai loro sforzi. L’immagine di copertina è invece uno scatto fotoritoccato della modella e stilista inglese Kate Moss, icona per eccellenza della moda. Il suo volto photoshoppato fino all’eccesso si trasforma in una figura sformata, mostruosa e surreale che evoca gli effetti della manipolazione nella società dell’immagine e dell’esasperazione estetica: in un’epoca socialdipendente, dove il maggior numero di followers detta legge, «un bel culo può avere più seguaci di Confucio», sottolineano le parole della canzone, «non sempre è bello ciò che bello, ma è bello solo quello che è bellissimo». Questo nuovo singolo del Management si presenta così come una critica alle degenerazioni del mondo contemporanea nel quale dettano legge i social e, in particolare, i relativi indici di gradimento: cuoricini, pollici in su e altri generi di emoticon che stanno diventando una sorta di borsino attraverso il quale valutare non semplicemente il proprio indice di gradimento, ma finanche il proprio valore assoluto. «Se Albert Einstein oggi pubblicasse la teoria della relatività su Facebook prenderebbe 12 like», rincarano la dose Romagnoli e Di Nardo, «una bella foto di un bel paio di gambe all’olio solare fritto sotto al sole e via, migliaia di followers, di cuori e di like, e hai vinto».
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