Il “fuoco” del live si accende nell’Lp di Diodato 

È uscito ieri il nuovo lavoro del cantautore tarantino: i suoi brani registrati dal vivo, ma in studio

MILANO. È uscito ieri Ho acceso un fuoco (Carosello Records), il nuovo progetto discografico di Diodato che racchiude e celebra la dimensione live. Registrato in presa diretta presso lo storico studio Officine Meccaniche di Milano, Ho acceso un fuoco riesce a trasmettere tutto il calore del live e a cristallizzare in sé tutte le emozioni e l’energia raccolta in centinaia di concerti in giro per il mondo: dieci musicisti che si conoscono da anni dialogano sulle note di canzoni che hanno subito una trasformazione radicale grazie all’esperienza dei concerti. Da sempre momento di libertà e condivisione, in cui migliaia di anime vibrano all’unisono, l’incontro dal vivo con il pubblico rappresenta per Diodato un atto di liberazione, di sperimentazione musicale e umana, che permette di abbattere barriere e spostare i confini.
L’album è una fotografia scattata in un esatto momento a un cantautore sempre in viaggio. Il palco è il luogo in cui si mette alla prova: nel disco, Diodato ha voluto che i brani assumessero una chiave di lettura inedita, racchiudendo tutte le sensazioni del live. «Ho voluto fare un’esperienza inversa, riportando in studio ciò che ho raccolto con i miei compagni di viaggio in questi anni di concerti. Una sfida che ho lanciato anche a me stesso: provare a perdere il controllo, abbandonarmi il più possibile al flusso emotivo proprio come nei live, questa volta all’interno di uno studio di registrazione. Ho accettato l’imprevedibile, l’imperfezione, suonando la chitarra mentre cantavo, con dieci musicisti e strumenti che suonavano insieme e vibravano nell’aria e nel corpo».
Ho acceso un fuoco racchiude tappe musicali fondamentali della carriera di Diodato, partendo dalle origini con brani come Ma che vuoi, Mi fai morire e Ubriaco, passando per Mi si scioglie la bocca e Cosa siamo diventati, fino ai pezzi più recenti come Ci vorrebbe un miracolo e Ti muovi, brano presentato al 74° Festival di Sanremo. Ci sono poi le cover di Amore che vieni, amore che vai, di Fabrizio De Andrè, interpretata con Jack Savoretti nella serata dei duetti ai Sanremo e una rivisitazione di Cucurrucucú paloma, scritta dal cantautore messicano Tomás Méndez nel 1954.
L’album è stato arrangiato dallo stesso Diodato e dalla band composta da: Rodrigo D’Erasmo (violino, percussioni, cori), Alessandro Commisso (batteria, percussioni), Roberto Dragonetti (basso), Simona Norato (tastiere, chitarra elettrica, cori), Andrea Bianchi di Castelbianco (chitarre, cori), Lorenzo di Blasi (pianoforte, tastiere, cori), Lorenzo Manfredini (trombone), Beppe Scardino (sax baritono, flauto), Stefano Piri Colosimo (tromba, flicorno). Ho acceso un fuoco è disponibile in formato cd, cd autografato e vinile autografato.
Diodato è candidato ai David di Donatello per la miglior canzone originale con La mia terra, parte della colonna sonora del film Palazzina Laf, diretto da Michele Riondino, con cui condivide la direzione artistica dell’Uno Maggio Taranto Libero e Pensante. Lo scorso gennaio il cantautore ha vinto il Rockol award per il miglior album con Così speciale e il Ciak d’Oro, categoria Miglior canzone originale, per il brano La mia terra.