Il grande jazz sbarca ad Alba Fucens con il leggendario Abdullah Ibrahim 

Appuntamento il 4 agosto nel suggestivo anfiteatro romano con il concerto del musicista sudafricano

MASSA D’ALBE. Una leggenda del jazz sudafricano: insieme a Archie Sheep, Herbie Hancock, Sonny Rollins, il pianista e compositore Abdullah Ibrahim è unanimemente considerato tra i più grandi jazzisti viventi. Il 4 agosto suonerà nel magico anfiteatro romano di Alba Fucens, dove lo scorso anno un altro gigante del jazz internazionale, Jan Garbarek, registrò il tutto esaurito.
Nato a Città del Capo nel 1934, Abdullah Ibrahim, al secolo Adolph Johannes Brand, è uno dei pochi musicisti africani ad aver raggiunto un ruolo da protagonista nel jazz mondiale. Ed è sicuramente il sommo rappresentante del jazz sudafricano sin dal suo disco di esordio (Jazz Epistle Verse 1, 1960). Prima dell’adozione del nome islamico si era distinto sulla scena sudafricana già nel cuore degli anni cinquanta con il nome di Dollar Brand.
In seguito all’inasprirsi dell’apartheid e alle continue ingerenze governative nella vita dei musicisti, Abdullah Ibrahim ha lasciato il Sud Africa nel 1962 per trasferirsi in Svizzera.
Convinto dalla compagna di Ibrahim, Duke Ellington ha assistito a una delle sue performance in trio rimanendone talmente colpito da “sponsorizzare” subito un’incisione discografica: Duke Ellington presents the Dollar Brand Trio (1963). Nel giro di pochi anni l’ascesa di Ibrahim nel mondo del jazz è rapidissima. Nel 1965 si è trasferito a New York, dove ha interagito con nomi del calibro di Don Cherry, Ornette Coleman, John Coltrane, Pharoah Sanders, Cecil Taylor, Archie Shepp, Billy Higgins, Elvin Jones. Da allora la sua carriera non ha conosciuto pause né cedimenti. Rientrato in Sudafrica nel 1990 su invito di Nelson Mandela dopo la sua scarcerazione, Abdullah Ibrahim non è venuto mai meno al suo ruolo di vessillo di una musicalità profondamente legata alle proprie radici e portatrice di messaggi universali.
Ma l’aspetto più suggestivo e rappresentativo della sua arte è l’esibizione in solo, documentata in numerosi dischi e in una continua attività dal vivo. In questo contesto emerge compiutamente lo stile distintivo dalla possente definizione ritmica, sontuosa e iterativa, e dai disegni melodici di palpitante dolcezza, nostalgici, intensamente evocativi. Ed è proprio un piano solo l’ultimo disco che si è aggiunto alla sua sterminata discografia (oltre cento titoli): Solotude (2020), che dimostra come questa icona del jazz africano sia ancora al suo zenit artistico.
IL FESTILVAL
Sono dieci, complessivamente, gli appuntamenti all’ Anfiteatro in un calendario che parte dal 31 luglio e arriva sino al 9 agosto, quando è atteso il cantautore romano Daniele Silvestri con il concerto - format Il cantastorie recidivo. Un segmento inserito nella più ampia programmazione di Festiv’Alba, che è a cura dell'associazione culturale Harmonia Novissima.
©RIPRODUZIONE RISERVATA