L'Espresso, i grandi vini d’Abruzzo tra i magnifici 300 d’Italia

Molte novità nell’edizione 2017 della Guida in vendita da oggi. In evidenza il Trebbiano Masciarelli e il ritorno di Valentini, dopo 6 anni, al Montepulciano

PESCARA. Trecento bottiglie selezionate dopo 20mila degustazioni e ordinate per valore in tre distinte classifiche: i 100 vini “da conservare”, destinati cioè ad affinarsi e migliorare nel tempo, dunque da serbare con cura; i 100 “da comprare”, per l'ottimo rapporto qualità-prezzo. cioè il cui valore supera il prezzo anche se questo può essere non basso; e i 100 “da bere subito”, importanti ed eccellenti, che si possono stappare con piacere immediatamente, perché già pronti al momento dell’uscita della guida.

È questa l'essenza della guida "I Vini d'Italia 2017" dell'Espresso, a cura di Andrea Grignaffini e Antonio Paolini, in edicola e in libreria da oggi 14 ottobre a 18 euro (c’è an che in versione digitale in app disponibile per iPhone, iPad e dispositivi Android a 7,99 euro). L’obiettivo di questa edizione, è di «indirizzare la guida più al consumatore che all’addetto ai lavori», ha spiegato il direttore Enzo Vizzari.

Tra le tante novità, una forse è più importante delle altre: per la prima volta spariscono i punteggi: troppo alta la qualità media, gli scarti sarebbero stati infinitesimali. Questo naturalmente non significa che i vini siano tutti uguali, perché differenze ci sono e la guida le descrive e spiega.

Al vertice della prima piramide dei 100 vini da bere subito c’è il Barbaresco Crichet Pajé “un totem, delicatezza totale persistenza infinita”. Il primo vino abruzzese si incontra all’11° posto, è il Cerasuolo d’Abruzzo Le Cince 2015 di De Fermo, un’azienda di contrada Cordaro a Loreto Aprutino condotta da Stefano Papetti e Nicoletta De Fermo. Altri quattro abruzzesi sono tra i primi 25: il Cerasuolo 2015 di Emidio Pepe, Il Montepulciano d’Abruzzo I Vasari dei Fratelli Barba di Roseto degli Abruzzi, il Trebbiano Vigneto di Popoli di Valle Reale e il Cerasuolo Pepe Rosa 2015 di Stefania Pepe azienda di Torano Nuovo.

Apre la lista dei 100 vini da comprare è il Brunello di Montalcino 2011 di Ridolfi, ma subito al terzo posto c’è il Trebbiano d’Abruzzo Gianni Masciarelli 2015 dell’azienda Masciarelli («un esploratore coraggioso e lungimirante del potenziale enoico abruzzese», dice la scheda critica) condotta con mano sicura da Marina Cvetic. Seguono il Montepulciano d'Abruzzo - Casino Murri 2013 della San Giacomo, il Cerasuolo d'Abruzzo 2015 di Barone Cornacchia, il Cerasuolo d'Abruzzo Baldovino 2015 de I fauri e il Montepulciano d'Abruzzo Riserva 2011 dell’azienda Filomusi Guelfi.

Al vertice dei vini da conservare c'è l’irpino Taurasi Poliphemo 2012, il primo abruzzese è il Montepulciano d’Abruzzo 2012 di Valentini, al 15° con il primo rosso imbottigliato dopo quello del 2006, “Per scelta”, si legge nella guida, “perché la natura (e l’orgoglio legittimi del blasone) si onorano anche rinunciando, se il valore della vendemmia non è quello preteso”. Seguono gli altri abruzzesi Pecorino Frontone 2013 di Cataldi Madonna, Montepulciano d'Abruzzo 2013 di Pepe Emidio e il Montepulciano d'Abruzzo Riserva Inferi 2012 di Marramiero.