La settima arte e la memoria: al Maxxi proiezioni e lezioni 

All’Aquila la rassegna “L’opera cinematografica tra restauro e conservazione”: da Antonioni a De Bosio con Volontè ai film girati negli anni Venti sul territorio  

L’AQUILA. “L’opera cinematografica tra restauro e conservazione” è il nuovo ciclo di film in programma al Maxxi L’Aquila a partire da oggi, con tre proposte alla riscoperta della settima arte attraverso archivi storici, cineteche nazionali e pellicole restaurate.
La rassegna, realizzata dalla sede aquilana del Museo delle arti del XXI secolo in tandem con lo storico Istituto cinematografico “La Lanterna Magica”, è ospitata nella sala della Voliera di palazzo Ardinghelli ed è curata da Fabrizio Pompei, docente di Storia dello spettacolo nell’Accademia di Belle Arti di Firenze. L’ingresso alle proiezioni è gratuito su prenotazione.
Il primo appuntamento “L’Aquila e l’Archivio Luce: un dialogo tra immagini”, in programma oggi alle 19, è proposto in collaborazione con l’Archivio storico Luce, uno dei giacimenti culturali più ricchi e importanti al mondo, fondato nel 1924, che ha fornito i due cortometraggi documentari in bianco e nero degli anni Venti sul territorio aquilano proiettati in questa prima serata: “Aquila. Città di Federico II” (1924-31, b/n, muto, 9 minuti) e “La coltivazione dello zafferano” (1929, b/n, muto, 18 minuti).
Parleranno del patrimonio audiovisivo che da un secolo racconta l’Italia Patrizia Cacciani e Fabrizio Micarelli dell’Archivio del Luce che, dopo i saluti di Paola Cipriani (presidente onorario dell’Istituto cinematografico dell’Aquila), a partire della storia dell’Istituto illustreranno i processi di conservazione, digitalizzazione e archiviazione dei materiali audiovisivi.
Mercoledì 24 aprile, sempre alle 19, serata dedicata al film “Il terrorista” (1963, 105 minuti) di Gianfranco de Bosio, interpreti Gian Maria Volonté, Philippe Leroy e Raffaella Carrà. Il regista si ispirò alla propria esperienza di partigiano combattente nella Resistenza veneta per mostrare la profonda crisi del 1943 nella galassia partigiana, con i contrasti tra Gap e Cln. La pellicola sarà introdotta da Stefano de Bosio, segretario del comitato nazionale “Centenario nascita di Gianfranco de Bosio” e dal curatore della rassegna Fabrizio Pompei. L’incontro proporrà pure la proiezione del video di Pompei “La Resistenza al Cinema – Gianfranco de Bosio”, omaggio al regista e sceneggiatore veronese (1924-2022) in cui la storica Simona Colarizi, dell’università romana La Sapienza, analizza il fenomeno resistenziale nel contesto storico europeo.
ultimo appuntamento mercoledì 8 maggio, con “I vinti” (1953, 110 minuti) di Michelangelo Antonioni, pellicola in tre episodi e tre lingue diverse che racconta la crisi della gioventù europea del dopoguerra in Francia, Italia, Gran Bretagna. Franco Interlenghi e Anna Maria Ferrero gli interpreti del capitolo italiano. Alla serata collabora il Centro Archivio cinematografico dell’Aquila (primo archivio in Italia per varietà di materiale conservato), che ha partecipato con la casa di produzione Minerva Pictures di Roma, il Museo nazionale del cinema di Torino e la Cineteca nazionale di Roma all’operazione di restauro della pellicola. Introduce la proiezione Mirko Lino, docente di Storia del cinema nell’ateneo aquilano. La rassegna rappresenta l’occasione per riscoprire il cinema attraverso film restaurati provenienti da archivi storici, cineteche nazionali, collezioni private, dedicando attenzione al patrimonio filmico inteso come bene culturale da restaurare e conservare, e sottolinea l’importanza e la funzione degli archivi con i loro tesori. Dice Fabrizio Pompei: «Quando parliamo di restauro e conservazione inevitabilmente pensiamo alla memoria, alla storia, ai ricordi, a tutto il carico di emozioni che l’opera d’arte è capace di suscitare. In una città come L’Aquila, impegnata quotidianamente nella tutela del patrimonio, nasce allora l’idea di raccontare il passato per rielaborare ricordi ed emozioni e ricostruire un immaginario nuovo attraverso il cinema. La rassegna ha dunque l’intento di contribuire a riedificare quella spiritualità personale e collettiva, capace di produrre le opere d’arte del futuro».