Lara Molino canta l’Abruzzo in onore di Faber 

La cantautrice folk di San Salvo oggi in concerto in Sardegna al festival intitolato a De Andrè

Ha composto circa 200 canzoni, in italiano e in vernacolo abruzzese. Polistrumentista, suona la chitarra, l’armonica a bocca, il pianoforte e vari strumenti a percussione. La cantautrice di San Salvo, Lara Molino, si esibirà , oggi, nella Casa della Cultura di Monserrato in Sardegna, in occasione del festival “Buon compleanno Faber”, arrivato alla settima edizione.
«E’ un viaggio tra le genti, le storie, i temi e il pensiero deandreiano», racconta la Molino, invitata a far parte dei cento ospiti della manifestazione, dedicata a Fabrizio De André, dal direttore artistico Gerardo Ferrara. «Canterò diversi brani di mia produzione, tra i quali “La terra è di chi la canta”, che ha dato il titolo allo spettacolo che sto portando in giro per l’Italia. Al Festival parteciperanno artisti di fama nazionale e internazionale, tra cui Giovanna Marini, Mauro Pagani, Gianfranco Cabiddu. Canterò in un contesto davvero particolare, in cui i protagonisti saranno la letteratura, il cinema, l’arte, l’impegno civile e, ovviamente, la musica».
Un altro impegno importante arriverà il mese prossimo. La cantautrice è tra i 54 semifinalisti del concorso Musicultura di Macerata. Sono stati 700 i partecipanti, 1.400 le canzoni proposte. «Essere stata ammessa alle semifinali di questo concorso così importante mi inorgoglisce, per più ragioni», prosegue. «Canto in abruzzese, la lingua della mia terra, che amo. Da quando è uscito il mio disco in vernacolo “Fòrte e gendìle”, con perseveranza, orgoglio e tanta passione porto avanti questo repertorio, queste storie, canzoni, tradizioni. Sono una donna e il campo musicale è ancora tanto “maschile” o “maschilista”. Credo, invece, che oggi molte cantautrici abbiano superato con la loro creatività e la qualità della musica e dei testi i loro colleghi maschi. L’ultimo motivo è che vorrei contribuire a non far dimenticare i dialetti e a diffondere sempre più la world music, il folk». I dieci pezzi in vernacolo abruzzese, contenuti nel disco “Fòrte e gendìle”, nascono dall’incontro “con il violinista e songwriter bresciano Michele Gazich, poi diventato produttore artistico del mio lavoro discografico. Mi consigliò di credere di più nel mio repertorio in abruzzese e mi invitò a incidere un disco. I pezzi sono stati arrangiati tra la Lombardia e l’Abruzzo, suonati con chitarra, violino, viola e fisarmonica».
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