Marlene Kuntz stasera a Giulianova: «L'Abruzzo? Ivan e vacanze»

Alle 21 l'attesa esibizione in piazza Buozzi. Il chitarrista Tesio: «Da venti anni cantiamo l’amore»

GIULIANOVA. Sono capaci di mescolare inni al rumore e lievi melodie, rabbia post-punk e lirismo boemienne. Cantano la loro inquietudine esistenziale, mescolando lampi di rabbia e sofferte introspezioni, forgiando vere e proprie poesie.
Dopo vent'anni di carriera insieme, i Marlene Kuntz riescono ancora ad incarnare le ansie e le sofferenze della nuova generazione “alternativa”, che li ha eletti loro guru, e rappresentano una realtà consolidata del rock italiano. All'Abruzzo li lega la passione per Ivan Graziani – e del cantautoreteramano hanno realizzato una cover del brano Monnalisa – e ricordi d'infanzia con vacanza in famiglia. La band piemontese farà tappa stasera a Giulianova, al Disorder Music Fest (piazza Buozzi dalle 21), unico appuntamento abruzzese. Immutato il gruppo fondatore: Cristiano Godano voce e chitarra, Luca Bergia alla batteria e Riccardo Tesio alla chitarra, che risponde alle domande del Centro.
Nei vostri testi non abbandonate mai l'argomento amore, una linea continua nella vostra carriera.
Siamo cantautori e mettiamo molto delle nostre passioni e dei nostri sentimenti nella musica che componiamo, tra sofferenza e bellezza. Una sensibilità che a volte porta a farsi del male, ma l'importante è crescerci dentro, fare delle cicatrici una nuova maturità, con intelligenza. È per questo forse che siamo riusciti a rimanere insieme per tanti anni: ci guida il rispetto per le nostre sensibilità e la voglia di fare sempre nuove esperienze.
Con questo spirito, pur essendo una band di culto, avete partecipato al Festival di Sanremo del 2012?
Direi di sì. Ci è capitato e l'abbiamo fatto, senza pensare di venir meno alla nostra identità. È una gara canora italiana e l'abbiamo vissuta senza ansie, per il puro piacere di provare qualcosa di diverso. Per una settimana ci siamo sentiti al centro del mondo con “Canzone per un figlio”.
La vostra è una lunga e intensa carriera. Cosa pensate dei talent?
I talent non sarebbero un problema in sé se ci fossero ancora altre strade per emergere e iniziare una carriera artistica. Purtroppo oggi mancano i “ricercatori di talenti” di una volta e questo significa che il percorso abbreviato verso il successo rischia di finire in una bolla d'aria perché manca l'esperienza di base, quella che si conquista in un percorso graduale che coinvolge sia la tecnica che la personalità. Noi abbiamo iniziato nell'89 e il primo disco lo abbiamo prodotto dopo 5 anni fatti di serate nei locali e nelle birrerie, alla ricerca delle sonorità che volevamo fare nostre. Possiamo dire di non esserci mai montati la testa, e siamo ancora qui. Il pubblico questo lo apprezza.
In 25 anni come siete cambiati?
Le nostre canzoni sono un po' come la società vista dall'interno. Non abbiamo mai perso lo sguardo intimista e il tipo di impostazione di base, ma siamo cresciuti. Prima parlavamo di amore da ventenni, ora dipingiamo rapporti più maturi e complicati e la musica si arricchisce di strati nuovi che si sommano. C'è sempre desiderio di cambiare e amore per la sperimentazione.
All'Abruzzo quali ricordi vi legano e a Giulianova cosa proporrete?
Ricordi di vacanze al mare con la famiglia, in diversi punti della costa, e un tributo a Ivan Graziani a cui abbiamo partecipato volentieri nel 2012 riarrangiando “Monnalisa”. Stasera sarà un concerto bello, con un attacco particolare e una carrellata di nostri brani che abbraccerà l'intera carriera. Siamo convinti che piacerà.
Progetti?
Siamo lavorando a un nuovo album che uscirà nel 2018 , a un progetto teatrale previsto per ottobre a Roma con Claudio Santamaria e faremo il commento musicale ad un film in bianco a nero.