Stefano D’Orazio «Che bella follia sposarsi a 70 anni» 

L’ex membro dei Pooh racconta le nozze in un libro che presenterà oggi al The Hostel di Chieti Scalo

«Non mi sposerò mai! Me lo sono ripetuto per tutta la vita, sin da quando ero ragazzino. Ogni volta che si sfiorava l’argomento matrimonio, o che qualcuno nella mia cerchia di conoscenti minacciava di sposarsi, o che mi sentivo rivolgere domande del tipo “Ma non hai mai pensato di mettere la testa a posto?”, il mio mantra era puntualmente lo stesso: “Non mi sposerò mai”.».
E invece, alla bell’età di 69 anni, Stefano D’Orazio ci ha ripensato. Un anno fa, si è sposato con Tiziana Giardoni e adesso ci ha scritto pure un libro sopra. Il volume si intitola “Non mi sposerò mai! “ è edito da Baldini+Castoldi ed è già alla terza ristampa. Romano, 70 anni, ex batterista dei Pooh e oggi autore di musical, D’Orazio presenterà questo suo diario, oggi alle 19.30, nel locale The Hostel di Chieti Scalo. La presentazione sarà seguita dal concerto degli Opera Seconda, tribute band dei Pooh selezionata da Red Canzian per il Pooh Tribute Band Project. L’appuntamento è organizzato da The Hostel & Opera Seconda in collaborazione con Music force, Città della musica e Principi strumenti musicali. Alla vigilia dell’incontro, D’Orazio parla della vita matrimoniale e di quella che ha condiviso per mezzo secolo con i Pooh in questa intervista al Centro.
Come è nata l’idea di sposarsi a 69 anni e poi di raccontarlo in un libro?
La decisione di sposarmi è nata per caso. Noi Pooh eravamo ospiti di un programma in diretta di Rai1 per un premio alla carriera. Alla domanda “che progetti avete?”, mentre gli altri parlavano di tour e dischi, a me è saltato in mente di dire: mi sposo il 12 settembre.
E la sua futura moglie non ne sapeva niente?
L’avevo solo avvertita di guardare la tv, poco prima al telefono. Stavamo insieme da dieci anni ed erano dieci anni che mi faceva i lividi sul fianco dicendomi: hai visto che si è sposata anche la figlia della portinaia? Oppure: hai visto che pure i reali d’Inghilterra si sono sposati?
Nel libro che cosa racconta?
Il prima, il dopo e il durante del matrimonio.
Cosa buone o negative?
In realtà non è cambiato quasi niente. Prima tornavo a casa e lei mi diceva: sono stanca, ci facciamo una pizza? Adesso torno a casa e lei fa: non ti mettere in testa che stasera andiamo a mangiare fuori.
La vocazione dello scrittore come le è nata?
L’ho sempre fatto, fin dal liceo, con temi lunghissimi che mi attiravano l’odio dei professori. E ho continuato scrivendo canzoni, cosa molto più difficile perché ti obbliga a stare dentro misure musicali e metriche. Poi da quando sono uscito dai Pooh nel 2009, prima della reunion del 2016, mi sono messo a scrivere musical come “Mamma mia!”.
Com’è sposarsi a quasi 70 anni?
Sposarsi in genere, oggi, è una cosa complicatissima, perché tutto è specializzato. Per esempio, c’è il wedding planner, che dice: dobbiamo individuare una location. Alla fine abbiamo trovato ’sta location.
E dove era “locationata”?
Era una villa meravigliosa a Roma. Mi piaceva a prescindere. Ma ho detto: ok, va bene questa, basta che chiudiamo ’sta storia.
A quel punto era fatta?
Non scherziamo. C’era il giorno da stabilire. Avevamo deciso per il 12 settembre. E il manager della location mi fa: di quale anno? E io: come di quale anno? E lui: sa, abbiamo tutto impegnato per i prossimi dieci anni. Insomma, alla fine, scopre che il 12 settembre era un martedì e siccome in Italia, di venere e di marte non ci si sposa e non si parte, è saltato fuori che un buco c’era. Così mi sono sposato il 12 settembre.
C’è qualcosa che rimpiange dei 50 di vita quasi matrimoniale con i Pooh?
Rimpiangere? Niente, anche se sono stati 50 anni belli. Quando mi chiedono: rifaresti tutto? Rispondo: no. E non perché ci sia qualcosa che non mi sia piaciuto, ma perché non ha senso rifare quello che hai già fatto.
Quindi se uno le chiede se i Pooh torneranno insieme...
...Rispondo che siamo usciti di scena in una maniera bella, gloriosa. Quindi, non c’è motivo di tornare insieme.
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