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“Tanti Lati-Latitanti”, Ale&Franz in scena: «C’è voglia di ridere»

Il duo comico il 3 febbraio al teatro Massimo di Pescara pensando a Rigopiano: "L'Abruzzo è una parte di noi. È un dolore che stiamo portando nel cuore, anche se fisicamente lontani dalle zone colpite. Non possiamo far altro che mandare un abbraccio a tutte le famiglie"

PESCARA. Il complesso universo delle relazioni umane scandagliato con la comicità garbata e surreale che li caratterizza. È il cuore di “Tanti Lati - Latitanti”, con protagonista il duo Ale e Franz. Lo spettacolo, che farà tappa al teatro Massimo di Pescara il 3 febbraio, mette in scena le emozioni e i ragionamenti che ogni essere umano si costruisce, mettendo a fuoco ciò che di comico e di folle è presente in ognuno di noi. Lo spettacolo porta la firma di Ale - Alessandro Besentini, Franz - Francesco Villa, Antonio De Santis e Alberto Ferrari che cura anche la regia. In vista della tappa pescarese tutto da ridere che vuole mostrare le numerose sfaccettature di ognuno. Franz, al secolo Francesco Villa, di “Tanti Lati - Latitanti” ha parlato con il Centro.

Uno spettacolo che indaga sui molteplici lati dell'uomo. In che modo?

Portiamo in scena degli incontri tra persone e giochiamo sui tanti aspetti che le caratterizzano. I nostri spettacoli nascono sempre dall'incontro e dallo scontro tra due persone. Ci piacciono le interazioni e le reazioni. Dove c'è piattume non accade mai nulla, dallo scontro invece vengono fuori cose interessanti.

Tanti lati dell'essere umano che restano “latitanti”. Dunque oscuri...

Ciascuno di noi conosce di se stesso tante parti... poi c'è qualcosa che emerge quando meno se lo aspetta. Di fatto ci sono, ma non ci sono, perché sono lati nascosti. Il titolo è un gioco di parole che esprime la volontà di far vedere le tante sfaccettature del carattere di ognuno. Lo spettacolo è un piccolo specchio, una piccola vetrina di generi umani. Ci sono tanti quadri che raccontano momenti di ordinaria follia.

A cosa vi ispirate nella costruzione dei vostri spettacoli?

A tutto ciò che ci fa ridere, qualsiasi spunto è buono. Essendo in due, ognuno si trova a essere il pubblico dell'altro. E se uno ride a quello che dice l'altro vuol dire che quello che si è detto è una buona base di partenza. Ci guardiamo intorno, ci guardiamo dentro. Poi sviluppiamo l'idea con il nostro autore.

Ha un modello?

Ognuno di noi ha una coscienza comica. Il mio modello è Paolo Rossi. Mi piace molto il suo modo di fare teatro. È riuscito a sdoganare la comicità e a diventare un punto di riferimento.

In un momento come quello che stiamo vivendo quanto è difficile far ridere?

È difficile perché c'è maggiore responsabilità e la si sente. Se prima le persone andavano ad assistere a 10 spettacoli in un anno, ora ne scelgono soltanto uno. E quanto vedi il teatro pieno e sai di essere stato scelto senti una responsabilità ancora più grande verso il pubblico. Oggi più che mai c'è bisogno di staccare la spina e sorridere un po’. Anche se non risolve i problemi e non migliora il mondo, una parentesi di spensieratezza fa bene a tutti.

Parliamo di social network e nuove tecnologie. Com'è cambiato negli anni il vostro rapporto con i fan?

È cambiato molto, moltissimo. Si è passati da una sorta di timidezza del fan che ti chiedeva l'autografo alla fase della foto. Per un po’ ti chiedevano entrambe le cose, ora l'autografo non esiste più. E poi ci sono i social, che ti danno la possibilità di confrontarti con i fan e di raccogliere le loro impressioni. C'è un confronto maggiore, con tante persone che ci scrivono cose stimolanti.

Che ne pensa dei nuovi comici?

Oggi non è semplice emergere. Una volta il mezzo televisivo aveva più appeal e più forza, arrivare in televisione era più difficile. Antonio Ornano, rimanendo nel contesto di “Zelig” dove siamo cresciuti, è sicuramente uno che ha delle cose da dire.

Tornate in Abruzzo in un momento particolarmente difficile per la regione. C'è un messaggio che vorreste lasciare ai vostri fan abruzzesi?

Dire che si è vicini è dire poco. L'Abruzzo è una parte di noi. È un dolore che stiamo portando nel cuore, anche se fisicamente lontani dalle zone colpite. Non possiamo far altro che mandare un abbraccio a tutte le famiglie. Il nostro service è dell'Aquila e con questi ragazzi meravigliosi lavoriamo da più di dieci anni.

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