Tugnoli: i miei rifugiati come persone di famiglia 

Il fotografo italiano premiato con il Pulitzer per immagini in cui bellezza e devastazione si intrecciano

Pulitzer e World Press Photo 2019, Lorenzo Tugnoli si è aggiudicato i premi più prestigiosi per la fotografia, per il suo reportage sulla crisi umanitaria in Yemen, pubblicato dal Washington Post. Una doppia vittoria che vive con emozione e spirito di squadra: «Ho saputo del Pulitzer (vinto nella sezione Feature Photography) mentre ero ad Amsterdam per il World Press Photo (vinto nella sezione General News, Stories) e sono volato alla sede del Washington Post. Al quotidiano ci sono altri giornalisti che hanno vinto il Pulitzer ma non tanti fotografi. Questo mio Pulitzer è stato molto importante per il giornale per spingere il dipartimento di fotografia. È fondamentale che si parli di fotogiornalismo, soprattutto in questo momento in cui c'è più spazio per le foto su Internet che non sulle pagine di un giornale. E le immagini possono portare a leggere un certo articolo piuttosto che un altro» racconta Tugnoli, 39 anni, originario di Lugo, in provincia di Ravenna, che ha iniziato con la pellicola come assistente alla camera oscura e dal 2017 è nell'Agenzia Contrasto.
«Ho attraversato tutti i modi di fare fotografia e ho visto la trasformazione. Amo la foto digitale, sui cellulari, in pellicola e non vedo una problematica nella sua trasformazione» sottolinea. «Certo, il fatto che molte più persone possano fare foto crea tante immagini inutili ma anche una dimestichezza con le fotografie che non c'era prima. Internet ha distrutto i giornali però ha creato nuove possibilità per i fotografi e i professionisti. Non è una tragedia ma una grande trasformazione che bisogna saper vivere. Resta il fatto che i fotografi e i giornalisti che hanno storie forti e fatte bene le vendono».
Premiato per «immagini in cui la bellezza e la composizione si intrecciano con la devastazione» Tugnoli - che nel suo reportage ha documentato i campi dei rifugiati, gli ospedali e la linea del fronte - dice «cerco di mettere insieme queste due necessità del fotogiornalismo».
«C'è bisogno», spiega, «di raccontare il dramma per comunicare quanto sia forte e importante la crisi che si sta seguendo, ma dall'altra parte bisogna cercare l'estetica, qualcosa che non sia il semplice riportare i fatti, e il rispetto per le persone. Credo succeda anche con la scrittura».
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