È scontro su city manager e staff

Mancini (Idv) e Perilli (Prc) al sindaco: sono spese inutili

L'AQUILA. Stop alle consulenze esterne e agli staff, così come alla nomina di un nuovo city manager. A sollecitare un drastico freno all'utilizzo di personale esterno al Comune sono Angelo Mancini ed Enrico Perilli, rispettivamente capigruppo dell'Italia dei valori e di Rifondazione, che richiamano il sindaco Cialente a mantenere l'impegno assunto con gli elettori circa la riduzione dei costi della politica.

«La scelta di una giunta a 8 assessori e la conseguente riduzione della spesa porterà a reinvestire i risparmi nel settore sociale. Ora, però, è necessario proseguire nella stessa direzione» affermano i due capigruppo. «Riteniamo pertanto che sarebbero spese inutili l'eventuale nomina di un city manager, così come di staff esterni e consulenti. Per anni abbiamo sostenuto che per gli staff possono essere utilizzati i dipendenti comunali che abbiano una sicura conoscenza della macchina amministrativa. Quanto agli incarichi andrebbero assegnati solo nei casi cui il Comune non disponga delle professionalità necessarie. Questo servirà a evitare l'accumularsi di spese inutili e la demotivazione dei dipendenti in organico».

Per quanto riguarda la nomina del city manager, per i due capigruppo «si tratta di una figura apicale che, dunque, dovrà avere una retribuzione adeguata. Pertanto, il sindaco e la giunta valutino bene se si tratta di una figura indispensabile, dato che la spesa che si andrà a impegnare per il city manager (almeno 100mila euro) è pari allo stipendio annuo di 4 assessori, o se invece le sue mansioni possano essere svolte dai componenti dell'esecutivo e soprattutto dall'assessore al personale».

Circoscrizione di Preturo.
Il vice presidente Francesca Tomei e il consigliere Luciano Miocchi (Prc) si sono autosospesi dal partito «non riconoscendo il metodo politico attuato dal gruppo dirigente».