A Sulmona in duemila per salvaguardare «un presidio di legalità»

Studenti protagonisti assoluti nella marcia per il palazzo di giustizia «Non si può penalizzare un territorio già segnato da troppe spoliazioni»

SULMONA. Una risposta compatta, senza tentennamenti e senza esitazioni. Tutti uniti per dire no alla chiusura del tribunale di Sulmona. Oltre duemila persone sono scese in piazza a difesa del presidio di giustizia del Centro Abruzzo. Avvocati, politici locali, parlamentari, sindacalisti, operai, sindaci dei comuni del comprensorio, pensionati ma soprattutto studenti. E sono stati proprio i giovani, con la massiccia presenza e con gli interventi che hanno suscitato entusiasmo e ammirazione, l’elemento caratterizzante dell’intera manifestazione. Hanno reclamato con forza il diritto di avere un tribunale in un territorio martoriato dalle continue spoliazioni. «Stiamo difendendo il nostro futuro e la nostra civiltà», hanno gridato con forza mentre attraversavano le strade cittadine e poi dal palco di piazza XX Settembre, «è una lotta sacrosanta a difesa di un diritto, quello dell’accesso alla giustizia, che è uno dei cardini della società e che qualcuno vuole portarci via». La manifestazione a sostegno del referendum per l’abrogazione delle norme che di fatto condannano i tribunali minori alla chiusura è partita da piazza Capograssi per poi sfilare lungo le vie della città fino ad arrivare sotto la statua di Ovidio dove era stato allestito il palco per gli interventi. Il referendum, promosso dalla Regione Abruzzo, sarà oggetto di discussione davanti alla Corte Costituzionale il 15 gennaio prossimo. Il primo a prendere la parola è stato il sindaco Peppino Ranalli, il quale ha sottolineato che con il tribunale sono in gioco l’economia e il futuro sviluppo del territorio: «Bisogna reagire con forza a una scelta politica sbagliata perché ha penalizzato il diritto dei cittadini di buona parte dell’Abruzzo interno, ad avere un servizio essenziale come quello della giustizia. Per questo non dobbiamo abbassare la guardia ma bisogna proseguire la battaglia in piena unità tra le istituzioni, le forze sociali e la cittadinanza del Centro Abruzzo». Deciso anche l’intervento del presidente dell’ordine degli avvocati del Foro di Sulmona, Gabriele Tedeschi, il quale ha rimarcato la necessità di marciare tutti uniti a difesa del tribunale. «Non è una battaglia personale», ha detto Tedeschi, «ma di tutti. L’unità è indispensabile su tutte le questioni se si vuole avere qualche possibilità di vittoria». Per il presidente del tribunale sono tre gli obiettivi prioritari sui quali lavorare: il referendum abrogativo; i decreti correttivi che potrebbero escludere Sulmona dall’elenco dei tribunali soppressi; la revisione della geografia della circoscrizione giudiziaria del tribunale peligno con un ampliamento verso la Val Pescara.

Claudio Lattanzio

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