Abbazia celestiniana In arrivo 2 milioni di euro

Il complesso è tra i 22 hub scelti dalla Regione come poli di attrazione turistica L’obiettivo è quello della valorizzazione del patrimonio artistico e culturale

SULMONA. L’abbazia celestiniana rientra fra i 22 hub culturali individuati dalla Regione come poli di attrazione per il turismo. La Regione stanzierà due milioni di euro per il complesso ai piedi del Morrone, o meglio per il suo recupero e completamento. Lo ha deciso la giunta regionale che con una delibera ha approvato l'elenco dei 22 progetti che potranno beneficiare delle risorse rimodulate dell’ex Pain Mezzogiorno. L’intera dotazione finanziaria è di 18,7 milioni di euro, di cui circa 500mila di cofinanziamento da parte degli enti interessati. «Quello che conta saranno i progetti cantierabili ed eseguibili», afferma il presidente della Regione Luciano D’Alfonso, «per partire da subito con nuovi attrattori di turismo intorno alla cultura, alla storia e all’arte». Il via libera ai progetti dei beni culturali rientra nella strategia della giunta di elevare e migliorare il grado di attrattività turistica mediante la conservazione e valorizzazione del patrimonio artistico e culturale, in riferimento ad aree archeologiche, musei, teatri, edifici monumentali, beni storici e architettonici. L’elenco dei progetti approvato dalla giunta entrerà nell’accordo di programma quadro rafforzato che la Regione dovrà sottoscrivere con i ministeri dello Sviluppo economico e dei Beni culturali. Il complesso monumentale, che occupa una superficie di 16mila e 600 metri quadri, si trova a soli 5 chilometri dal centro città, in località Badia. Le sue origini sono legate alla figura di Pietro Angelerio, monaco benedettino, eremita, fondatore dell’ordine dei Celestini e Papa con il nome di Celestino V. Sarà lui a iniziarne la costruzione ampliando la chiesetta di Santa Maria della prima metà del XI-XII secolo e promuovendo poi la costruzione di una nuova chiesa dedicata allo Spirito Santo con annesso monastero. Nei secoli l’Abbazia ha subito varie modifiche, fino ad arrivare agli importanti interventi successivi al terremoto del 1706. L’attuale impianto è composto da una monumentale chiesa settecentesca e da un imponente monastero con cinque cortili interni, tre maggiori e due minori. I monaci hanno abitato il complesso fino agli inizi del 1800, poi l’abbazia è stata adibita prima a Collegio reale dei tre Abruzzi, poi ad ospizio, quindi a quartiere militare con annesso ospedale, fino al 1868 quando è stata trasformata in un carcere, poi chiuso nel 1993.

Federica Pantano

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