«Accelerare le procedure per aprire la fabbrica»

I sindacati: «Subito un incontro per chiarire tempi e modalità di assunzione» Ma manca ancora una firma per lo stanziamento di dieci milioni di fondi Cipe

L’AQUILA. I sindacati vogliono subito aprire la concertazione con l’azienda. Vagliare numeri e prospettive. Capire chi e quando, tra i 180 ex lavoratori del polo elettronico, potrà tornare in fabbrica. All’indomani dell’ufficializzazione dell’insediamento dell’Accord Phoenix, si chiedono tempi certi e garanzie. Del resto, manca ancora la firma del contratto di programma, con cui si stanziano 10 milioni e 750mila euro dai fondi Cipe per la ricostruzione, e devono partire i lavori di adeguamento, all’interno degli spazi dell’ex Finmek. Procedure che potrebbero rallentare la partenza del nuovo sito industriale, destinato allo smaltimento e al recupero dei rifiuti elettronici.

«Diamo atto al sindaco Massimo Cialente e al vicepresidente della Regione Giovanni Lolli», commenta Clara Ciuca della Uilm, «di aver portato a casa, seppure con grandi difficoltà, un risultato importante per la città. Arrivano 128 nuovi posti di lavoro, che sono una manna dal cielo, vista la gravissima crisi occupazionale che stiamo scontando. Dopo tre anni si accende la speranza per tanti lavoratori, che in questo progetto ci hanno creduto. Ci sono stati ritardi e ostacoli e resta ancora tanto da fare. Per questo occorre mantenere alta la guardia: chi ha remato contro, potrebbe continuare a farlo. Ci vuole una rete di difesa. Noi sindacati siamo pronti a fare la nostra parte e attendiamo a breve un primo tavolo di confronto con l’azienda, per conoscere nel dettaglio il piano industriale».

Secondo le anticipazioni, entro sei mesi dovrebbe essere attiva la prima linea di produzione.

«Se il contratto di programma verrà confermato», afferma Alfredo Fegatelli della Fiom, «si tratta indubbiamente di un’operazione positiva. Ma dopo gli annunci occorrono atti concreti. Va programmata una tempistica precisa: se entro sei mesi deve partire l’attività, allora vogliamo capire come si procederà con i lavori di adeguamento dello stabile, visto che una parte dev’essere acquisita dal commissario dell’ex Finmek, e per questo ci vuole un bando di gara. Per l’altra, che è di proprietà del Comune, in caso di vendita serve un atto deliberativo. Per quanto riguarda il piano di assunzioni, va chiarito come saranno formate le platee: ci sono 180 lavoratori in attesa, a fronte di 128 posti disponibili».

Anche secondo Gino Mattuccilli della Fim, «il riassorbimento del personale deve avvenire dopo un ragionamento organico sulle professionalità necessarie, valutando anche i bisogni particolari».

«Sembra giunta a conclusione una vicenda travagliata», conclude, «e vogliamo costruire questa nuova azienda, con tutte le parti interessate, rimanendo però con i piedi per terra».

Romana Scopano

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