Accord, ok dalla Regione all’impianto produttivo

Via libera dalla conferenza dei servizi. Sorgerà all’interno del polo elettronico Ciuca (Uil): «Manca l’autorizzazione di Invitalia ma la politica dev’essere unita»

L’AQUILA. La conferenza dei servizi della Regione ha dato il via libera all’impianto per lo smaltimento dei rifiuti elettronici che l’Accord Phoenix intende realizzare nel polo elettronico. Mentre ancora non si placa l’eco della bagarre andata in scena due giorni fa in Comune, con l’acceso scontro verbale tra il leader dell’opposizione Giorgio De Matteis e i lavoratori che attendono di essere ricollocati, il processo di insediamento dell’azienda ha superato ieri l’ostacolo della valutazione di impatto ambientale. «Diamo atto alla Regione», commenta il segretario regionale della Uilm Clara Ciuca, «di aver concluso in maniera celere la procedura. L’ok della conferenza dei servizi rappresenta un tassello importante, e non scontato, a cui deve ora aggiungersi l’autorizzazione definitiva da parte di Invitalia. Anche l’acquisizione degli spazi dell’ex Finmek sta andando avanti. Come Uilm ribadiamo l’urgenza di dare risposte concrete ai lavoratori in attesa e continueremo a seguire con attenzione l’intera vicenda, sperando che oltre ai 132 posti di lavoro iniziali, si possa attivare anche la terza linea promessa dall’Accord Phoenix, in modo da creare nuova occupazione». Le organizzazioni sindacali stigmatizzano quanto successo in Comune: «Il lavoro non ha colore politico», sottolinea Ciuca, «e l’unico augurio che possiamo fare è che la politica aquilana sia unita su questo obiettivo. Non siamo interessati a campagne elettorali e strumentalizzazioni. Ma è anche vero che, finora, quella presentata dell’Accord è l’unica proposta arrivata e non ci sono progetti alternativi». Anche secondo la Cisl, che ribadisce la propria autonomia da qualsiasi appartenenza politica, vanno evitate «sterili polemiche e strumentalizzazioni», soprattutto se coinvolgono cassintegrati che «da anni percepiscono solo un piccolo sussidio, che non supera i 700 euro mensili, molti dei quali giovanissimi e con famiglia a carico. Qualunque intervento fatto dalla politica», dicono il segretario provinciale Cisl Paolo Sangermano e Gino Mattuccilli della Fim, «deve supportare i percorsi sindacali volti a garantire occupazione, sviluppo industriale e la ricollocazione di maestranze che da tempo sono fuori dal circuito lavorativo. Stiamo seguendo l’iter e va chiarito che l’azienda deve garantire assoluta trasparenza in merito a finanziamenti pubblici, solidità economica, reintegro delle maestranze, produzione industriale, con un piano industriale credibile e solido, e, non ultimo, l’impatto ambientale sul territorio. Siamo stati informati sull’individuazione di una banca che fornirà gli impianti per la produzione».

Romana Scopano

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