Accord Phoenix, ora serve il via libera di Invitalia

Il sindacato Cisl sollecita l’avvio delle selezioni per le assunzioni del personale Per il consigliere delegato Baldarelli l’attività produttiva partirà a settembre

L’AQUILA. La data cruciale è quella del 30 giugno. L’ultimo giorno utile, per Invitalia, per firmare la delibera finale con cui si autorizza l’erogazione del finanziamento di 12 milioni destinati al progetto dell’Accord Phoenix. Secondo la Fim-Cisl, dopo il 30 giugno l’azienda è pronta a insediarsi nello stabilimento dell’ex Italtel. Il sindacato sollecita quindi il ministero dello Sviluppo economico «a chiudere in tempi brevi la partita». Se arriverà il sì definitivo, si potrà partire con le selezioni del personale da assumere, dando la priorità agli ex lavoratori del polo elettronico. Stando al cronoprogramma ipotizzato dal consigliere delegato della società Francesco Baldarelli, per lo start up delle attività produttive si dovrà attendere il mese di settembre.

«L’Accord Phoenix», annuncia la Fim-Cisl, «è pronta a insediarsi nello stabilimento ex Italtel, in località Boschetto, a Pile. L’azienda attende solo la delibera da parte di Invitalia chiamata a dare il via libera all’operazione entro il 30 giugno. Il progetto di insediamento va avanti da oltre un anno, tra continui rinvii e vari adempimenti burocratici che hanno fatto slittare, di volta in volta, l’entrata in funzione della fabbrica, che reimpiegherà circa 120 lavoratori dell’ex polo elettronico. Il 30 giugno scadono i termini per l’erogazione del finanziamento europeo per l’accesso a una parte dei finanziamenti post-terremoto destinati alle aziende che sceglieranno di investire nel nostro territorio. Termine ultimo», ribadisce la Fim-Cisl, «anche per il nulla osta da parte di Invitalia, incaricata dal ministero di seguire l’iter per le operazioni di insediamento nell’ex polo elettronico. L’azienda è pronta a partire, ristrutturando il modulo 1 dello stabilimento e acquistando la parte del sito di proprietà ex Finmek e i nuovi macchinari per lo smaltimento di apparati elettronici. I lavoratori, in mobilità da oltre tre anni, a circa 800 euro al mese, attendono che si chiuda positivamente la vertenza: l’unica speranza, al momento, di ricollocazione per i dipendenti dell’ex polo elettronico». La Fim-Cisl fa notare, infine, come «il recupero di 120 posti di lavoro, in un momento di crisi industriale profonda, sia un’operazione da sostenere con forza. Il nostro territorio ha necessità di nuovi insediamenti produttivi che portino lavoro e occupazione». L’investimento per attivare la prima linea di produzione dell’impianto di smaltimento di rifiuti elettronici è di 35 milioni, di cui circa 12 assegnati da Invitalia, nell’ambito dei fondi Cipe. «Risorse che», hanno sottolineato i vertici aziendali, «saranno erogate solo quando il sito verrà collaudato ed entrerà in funzione».

Romana Scopano

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