Accord, piano industriale e assunzioni a novembre

Entro la metà del 2017 i posti di lavoro saranno ottanta, i 60 che restano fuori dovranno attendere il raddoppio del sito. Sindacati vigili, la Regione controlla

L’AQUILA. «Un piano industriale convincente, ma di cui continueremo a seguire l’attuazione passo dopo passo». È il commento a caldo del vicepresidente della Regione Giovanni Lolli, al termine del lungo tavolo servito per la presentazione, nel dettaglio, di numeri, prospettive e date in merito all’avvio del sito per la smaltimento dei rifiuti elettronici progettato dall’imprenditore anglo-indiano Ravi Shankar. I sindacati, che avevano sollecitato il confronto, sono usciti da Palazzo Silone più rassicurati, ma si riservano di analizzare con attenzione il documento, anche grazie alle riunioni periodiche di verifica, che si terranno ogni 40 giorni. Sono tre i punti essenziali discussi: il ricollocamento degli ex dipendenti del polo elettronico, il raddoppio del sito e il processo produttivo. Sulle riassunzioni, l’azienda ha sempre parlato di una pianta organica di 129 persone. Il primo step invece prevede 80 persone, di cui 60 provenienti dal bacino dei lavoratori fuoriusciti da Finmek (50%) e Fida, Intercompel e P&A Service (altro 50%): tenendo conto che finora ne sono state assunte già 24, si procederà con ulteriori ingressi in fabbrica a novembre, per arrivare a quota 80 entro la metà del 2017. E cosa faranno le altre 60 che restano fuori? Dovranno aspettare il raddoppio del sito, che prenderà il via nel 2017, con l’ampliamento degli spazi e l’installazione di nuovi macchinari, per concludersi non prima del 2018.

«Nel frattempo», ha spiegato Lolli, «cercheremo di attivare percorsi di sostegno, come corsi di formazione retribuiti, per non lasciare senza reddito chi ha perso o sta perdendo la mobilità». Per quanto riguarda il processo produttivo e i materiali lavorati, Lolli ha chiesto chiarimenti sulle norme di sicurezza e di tutela ambientale che verranno adottate all’interno del sito: «L’azienda, che ha investito ulteriori risorse per dotare lo stabilimento di apparecchiature di controllo», ha aggiunto il vicepresidente della Regione, «si è impegnata a presentare a breve, pubblicamente e in modo trasparente, tutto il processo, definito innovativo, con cui verranno trattate le circa 25mila tonnellate all’anno di materiali elettrici ed elettronici che arriveranno in fabbrica. E anche sui clienti finali, è stato chiarito che si punta al mercato internazionale, soprattutto per il rame e la plastica che si ricaveranno a ciclo finito, mentre ferro e alluminio verranno rivenduti a livello locale».

I sindacati non si sbilanciano, per ora, sui contenuti del piano industriale ma ritengono positivo l’assist fornito dalla Regione, che garantirà un controllo periodico su quanto annunciato. Con la consapevolezza che i tempi di ricollocamento si allungheranno, rispetto al cronoprogramma iniziale, il loro obiettivo resta far tornare al lavoro tutti gli ex operai del polo elettronico. Fim, Fiom e Uilm avevano sollevato dubbi sulle capacità organizzative dell’azienda: il presidente Shankar ha anticipato che a guidare il sito sarà un super-manager che sta per essere selezionato. Per il 3 novembre è stata convocata un’assemblea aperta, alle 15, nella sede della Uil, in via Saragat, alla quale saranno invitati anche i rappresentanti istituzionali, compreso il sindaco Massimo Cialente, che era presente a Palazzo Silone e che ha sempre creduto nell’operazione, finanziata con quasi 11 milioni di contributo pubblico da Invitalia. L’agenzia del ministero dell’Economia ha stabilito che la seconda linea produttiva potrà essere finanziata solo a 9 mesi dall’effettiva attivazione della prima.

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