Acqua, stangata in arrivo

C'è l'ok di 21 sindaci su 24 agli aumenti previsti dal 2011

SULMONA Bollette dell'acqua più care a partire dal prossimo anno. È quanto previsto dal nuovo Piano d'ambito, approvato martedì sera dai comuni dell'ex Ato3 (Valle Peligna, Alto Sangro e Valle Subequana). Il costo dell'acqua salirà dall'attuale 1,04 euro a 1,23 euro per metro cubo. Un aumento di circa 15 euro all'anno.

All'assemblea convocata dal commissario dell'Ato provinciale, Pierluigi Caputi, per l'approvazione del documento hanno partecipato 24 dei 37 comuni dell'ex ente d'ambito locale. Di questi 21 hanno dato il loro ok al piano. Parere negativo è invece arrivato dai Comuni di Scanno, Villalago e Introdacqua. Diverse le novità contenute nel documento. Prima tra tutte l'aumento del costo dell'acqua che subisce un incremento di circa il 18,3 per cento: si passerà infatti dalla tariffa, ferma al 2001, di 1,04 euro ad una tariffa media di 1.23 euro al metro cubo.

A pesare su questo costo anche l'installazione di contatori a tutte le forniture pubbliche in tutti i comuni dell'ex Ato 3 che ne sono privi, cioè quelli della Valle Peligna e dell'Alto Sangro (in Alto Sangro vennero installati nel 1991), e di regolatori di flusso alle fontane pubbliche.  Il piano prevede inoltre anche l'abolizione della cosiddetta tassa fissa per consumi fino a 90 metri cubi di acqua. Si pagherà infatti una tassa base per la fornitura del contatore, a parte saranno pagati i consumi.

Infine, previste fasce di rispetto con un abbattimento dei costi fino al 40‰ per soggetti con reddito inferiore ai 7mila euro. Un piano di rientro, quello approvato nel corso dell'assemblea che dovrebbe servire a ripianare la situazione debitoria della Saca, l'ente a cui la maggior parte (ma non tutti) i Comuni dell'ente ha affidato la gestione del servizio idrico e fognario e che a oggi conta un deficit di circa 3milioni di euro. L'assemblea dell'ex Ato 3 non è stata priva di momenti di tensione.

Anche chi ha dato il proprio assenso al piano non ha celato tratti di dissenso. Tra questi il delegato del comune di Sulmona, il consigliere Donato Di Cesare: «Dal punto di vista tecnico la vicenda è stata seguita correttamente, ma sono mancanti confronto e partecipazione nella redazione del piano e nell'applicazione della tariffa media rispetto agli investimenti previsti nel piano. Investimenti che devono essere calati e concordati nel territorio.

Per questo abbiamo chiesto e ottenuto» ha aggiunto «che il piano abbia revisione annuale e che la stessa sia approvata entro il 30 giugno dell'anno precedente». Più aspro la posizione dei Comuni che hanno respinto l'approvazione del documento. «Abbiamo chiesto tempo per studiare e capire meglio il piano che si stava ratificando» è intervenuto, per il comune di Scanno, il consigliere Eustachio Gentile «ho chiesto il rinvio e una riunione con l'assessore regionale per capire l'indirizzo della Regione in materia e invece si è andati verso una frettolosa approvazione per la quale ci sarebbe stato tempo fino a fine anno. È troppo facile scaricare sugli utenti errori di gestione del passato».

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