Acquasanta, ecco lo stadio fantasma dell'Aquila calcio

Mucchi di terra e arbusti sul terreno di gioco del nuovo impianto che fu tendopoli e ora è destinato alla squadra rossoblù

L’AQUILA. Pensato 30 anni fa per il rugby (ma mai omologato: le gare di campionato si sono sempre disputate al Fattori), diventato tendopoli ai tempi del terremoto, successivamente destinato al calcio, l’impianto sportivo di Acquasanta, che sorge accanto al cimitero monumentale, è l’emblema delle incompiute della città. Certo, nulla a che vedere con l’Incompiuta con la i maiuscola, quella della ricostruzione mancata. Tuttavia, accanto alle case da rimettere in piedi, ci sono anche gli impianti sportivi. Specie a sentire chi parla spesso della necessità di una «ricostruzione sociale». E così, una delle tante grane da risolvere, e anche in tempi piuttosto rapidi, da parte del Comune e della società sportiva rossoblù, fresca di promozione nel campionato di Prima divisione, è quella della sistemazione definitiva dell’impianto.

L’EX TENDOPOLI. Tornare, quattro anni dopo il terremoto, a calpestare quel terreno di gioco che ospitò una delle tendopoli più estese della città fatta di tela blu, vuol dire doversi arrampicare su mucchi di terra, facendo lo slalom tra onduline, grosse bobine, bancali di legno abbandonati, pezzi di ferro e plastica ovunque. Più che stadio senza barriere questo è uno stadio senza niente. Pensare, allora, che tra due mesi qui si debba disputare una partita di Coppa Italia può essere solo l’effetto dei trenta gradi di questi giorni. E allora? Bisogna restare al Fattori. Almeno fino all’anno prossimo. A rallentare ulteriormente l’avanzamento dei lavori sono state le ulteriori modifiche al progetto. Modifica per le barriere, modifica per la divisione della curva. Cosicché, nell’ottobre 2012, alla consegna dei lavori a un’associazione temporanea d’impresa con capogruppo la ditta «Circi Costruzioni» (3,2 milioni), si disse che ci sarebbero voluti nove mesi. Il tempo sta per scadere ma il parto appare piuttosto travagliato. Il tutto per una capienza da 6800 posti che non basterebbe per la B, che ne richiede almeno 10mila. Ma tant’è. A dicembre 2012 la società rossoblù lanciò l’ennesimo allarme «per non perdere un’occasione importante», cioè il primo stadio senza barriere dopo quello della Juve. A maggio l’appello di Rifondazione comunista per il completamento dei lavori. In mezzo, una serie infinita di sopralluoghi. Ma lo stadio ancora non c’è.

LA SVEGLIA. Una volta, al Fattori, c’era una suoneria amplificata che permetteva al custode di sentire lo squillo del telefono anche se era intento a operare dentro il campo. Quella stessa sveglia, in senso metaforico, è risuonata nelle orecchie del sindaco Massimo Cialente e dei suoi assessori Emanuela Iorio e Alfredo Moroni già domenica sera. È il Fattori, infatti, ad aver bisogno di un immediato restyling per permettere all’Aquila di disputare il prossimo campionato di Prima divisione. Ci sono 60 giorni di tempo prima della Coppa Italia. L’elenco delle prescrizioni comprende, tra l’altro, la numerazione dei posti, le batterie per l’impianto di illuminazione, l’impianto di videosorveglianza, l’impianto antincendio, l’adeguamento dell’impianto elettrico. Come interventi accessori sono previsti, dulcis in fundo, anche i tornelli.

LA TASK-FORCE. Vista la situazione, e i ritardi ormai cronici, il Comune ha formato una task-force capeggiata dal sindaco e composta, oltre ai tecnici, dagli assessori allo Sport e alle Opere pubbliche per cercare di accelerare i tempi sia per il Fattori sia per Acquasanta. Lunedì prima riunione tecnica in prefettura. A sera il sindaco annuncia di aver reperito nelle pieghe del bilancio «30mila euro per l’incarico di progettazione delle opere necessarie per avere un Fattori da 7mila posti, per cui serviranno 400mila euro. È appena tornato dal Coni il progetto approvato per Acquasanta. Appena c’è l’ok della commissione partiamo coi lavori».

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