Addio ai frati, spunta un documento 

La congregazione provinciale dei Cappuccini conferma il ridimensionamento e la restituzione delle chiavi

AVEZZANO. Resta avvolta nel mistero la sorte dei frati cappuccini al santuario della Madonna di Pietraquaria. Ad alimentare i sospetti un documento comparso sul bollettino dell’Ordine provinciale dell’Aquila dove si dà notizia della «riconsegna delle chiavi alla diocesi di Avezzano» guidata da monsignor Pietro Santoro. «La nostra congregazione provinciale», recita il bollettino, quindi è come se parlasse il provinciale padre Nicola Galasso, «nell’ambito del cammino di ridimensionamento in vista della prossima unione di Abruzzo, Umbria e Lazio, ha deciso la restituzione del santuario della Pietraquaria alla diocesi di Avezzano entro il 30 di settembre 2018».
Volontà messa nero su bianco, con tanto di numero di protocollo (il 341 del 2 luglio 2018), in una nota che contiene anche altre comunicazioni.
Documento che spunta dopo le dichiarazioni rilasciate al Centro da padre Orante D’Agostino, da cinque anni rettore del santuario caro agli avezzanesi. Il frate ha smentito seccamente la chiusura. E ieri anche il priore della Confraternita, Giuseppe Di Giovanbattista, ha gridato al complotto. «Al santuario della Pietraquaria», scandisce il priore, «restano i frati cappuccini. Padre Galasso mi ha assicurato che, nell’ambito della riforma per unire Abruzzo, Umbria e Lazio, farà del tutto per trovare qualche altro frate da inviare al santuario, per dare una mano al rettore. Ora padre Orante, nel fine settimana, è aiutato nella missione spirituale da padre Gianni e padre Victor. Una cosa è certa: qui, fino a quando ci sono frati, restano i Cappuccini. Qualora non si trovassero, allora potrebbero dare una mano i Giuseppini».
Il priore della Confraternita, che conta 144 confratelli, sospetta «manovre oscure di qualche persona che è stata allontanata dal santuario per delle vicende poco chiare. Stanno facendo del tutto per fare casino, ma non l’avranno vinta. Il 4 ottobre, giorno della festa di San Francesco, festeggeremo anche le malelingue sconfitte». Di Giovanbattista si schiera senza riserve al fianco dei Cappuccini e, quindi, del rettore, rimasto l’unico frate a gestire il santuario, anche se con l’aiuto di altri religiosi nel fine settimana. Sulla vicenda un altro gruppo ha lanciato l’allarme e annunciato una raccolta di firme per non interrompere la storia di 140 anni dei Cappuccini al santuario. La storia si è tinta di giallo, mentre il clima intorno alla questione dei Cappuccini si sta arroventando sempre più con il rischio di travalicare la sfera della fede per imboccare sentieri che non si sa dove possano condurre. Forse un qualche intervento delle alte sfere religiose potrebbe contribuire a fare chiarezza e a raffreddare gli animi, come auspicato da alcuni fedeli.
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