Affresco ritrovato dopo tre secoli a San Bernardino

Spunta durante il restauro della maestosa Crocifissione Chiesa chiusa fino ad aprile. Lavori anche sulle cappelle

L’AQUILA. La Crocifissione di Aert Mytens, dipinta nel 1599 per la basilica di San Bernardino, è una tela di 52 metri quadrati, realizzata probabilmente in loco, come in loco oggi deve essere restaurata. Per smontarla e portarla a terra è stato necessario costruire un ponteggio speciale e chiudere la chiesa per circa due mesi, fino all’inizio di aprile. Nessuno, tuttavia, era a conoscenza del fatto che la maestosa opera d’arte nascondesse un piccolo tesoro alle sue spalle: solo dopo la rimozione, i restauratori hanno potuto ammirare sulla muratura le tracce di un affresco della metà del Quattrocento. Un “inedito”, coperto nel restauro della chiesa successivo al terremoto del 1703, di cui non si ha traccia bibliografica.

L’AFFRESCO. Grande la sorpresa anche per l’architetto del Provveditorato (stazione appaltante) Maurizio D’Antonio che dirige i lavori insieme alla storica dell’arte, Bianca Maria Colasacco, della Soprintendenza. «Rispetto alla tela rimossa, l’affresco è molto meno esteso, circa 6 metri quadrati», spiega, «rappresenta una figura di un personaggio sicuramente dell’ordine dei frati francescani, presumibilmente San Girolamo. A fianco c’è una decorazione parietale a motivo floreale di cui ritroviamo traccia anche nei pilastri ottagonali originali della basilica. I colori predominanti sono rosso e verdone scuro». L’affresco, risalente al periodo di costruzione della basilica, doveva essere visibile fino al 1700, quando l’abside aveva una disposizione diversa, divisa da un enorme altare.

«Nel 1700 l’altare è stato smantellato e ricostruito come lo vediamo oggi», continua D’Antonio, «e la tela è stata posizionata a coprire l’affresco di cui si era persa ogni traccia».

LA CROCIFISSIONE. L’enorme opera d’inizio Seicento non era stata mai restaurata precedentemente.

«È stato realizzato un ponteggio ad hoc per portarla giù», spiega l’architetto D’Antonio, «il restauro avverrà all’interno della stessa basilica. Bisognerà verificare le condizioni in cui versa, valutare le opere da mettere in atto e poi procedere. Per la movimentazione della tela e la costruzione dei ponteggi per la sua rimozione, è stata necessaria la chiusura della chiesa, per motivi di sicurezza».

NAVATE. È cominciato, inoltre, il restauro delle cappelle laterali e dei loro apparati decorativi. Anche per questo intervento è stato necessario montare ponteggi, che tuttavia non saranno incompatibili con la riapertura della chiesa.

MAUSOLEO. Hanno preso il via anche i restauri del mausoleo di San Bernardino: verranno riportati all’antico splendore sia l’affresco del Cenatiempo, sia la struttura di Silvestro dall’Aquila. «Vorremmo completare questa fase di restauro per la festa di San Bernardino, il 21 maggio prossimo», sottolinea l’architetto, «fino a quella data presumibilmente il mausoleo resterà coperto».

FINE LAVORI. La conclusione delle opere è prevista a fine anno. Dall’inizio del prossimo mese, comunque, la basilica sarà riaperta al culto, anche per permettere lo svolgimento delle funzioni durante il periodo pasquale.

UMIDITÀ. I lavori all’interno di San Bernardino sono resi particolarmente complessi a causa del microclima della chiesa: la componente di umidità è molto elevata e si è formata qualche macchia subito dopo i lavori.

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