Agguato armato, hanno agito in tre

Un testimone e la videosorveglianza inchiodano due fratelli di Sulmona

SULMONA. «Erano tre e uno di loro impugnava una pistola. Li ho riconosciuti. Poi sono scappati via tutti, anche il giovane che perdeva sangue, con il quale due di loro si erano attaccati».

Una testimonianza precisa che non lascia spazio ad altre interpretazioni e che porta un po’ di luce in una vicenda ancora avvolta dal mistero. Soprattutto perché sono ancora uccel di bosco sia il 27enne rimasto ferito, sia l’uomo che avrebbe esploso il colpo di pistola. Sono state invece identificate e ascoltate le altre due persone presenti al fatto. Due fratelli già noti alle cronache cittadine che davanti alla polizia avrebbero negato tutto, escludendo ogni coinvolgimento nella vicenda. Ma ad inchiodarli ci sarebbero i testimoni e le riprese del circuito di videosorveglianza cittadino.

Intanto, dopo il bossolo è stata ritrovata anche l’ogiva del proiettile calibro 22 sparato martedì sera al culmine della lite. Il che fa dedurre che il colpo sia stato esploso solo a scopo intimidatorio, seppur ad altezza d’uomo visto che l’ogiva è stata ritrovata poco distante dal portone dove è avvenuta la lite tra i due fratelli e il giovane originario di Scanno.

Resta da chiarire la posizione del terzo uomo che ha sparato, non si sa se per intimorire il 27enne o se per difenderlo dai due fratelli che l'hanno malmenato per un prestito non onorato. Non si esclude, infatti, che i due “latitanti” possano essere fuggiti insieme per evitare il guanto di paraffina e quindi l'arresto. (c.l.)

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