Al bar gli inviti per il droga-party

Arresti per spaccio a Luco dei Marsi, ecco i retroscena della maxi-operazione della Forestale

LUCO DEI MARSI. Da dietro il balcone del bar partivano gli inviti per i “droga party”. Gli spacciatori vendevano la cocaina, purissima e in grandi quantità, all’interno del locale. Veniva consumata nel bagno e passava per le uscite di sicurezza. «Utilissime», si legge in un’intercettazione, «per fuggire quando arrivano le forze dell’ordine». Emergono nuovi particolari sull’operazione “Lucus angitiae” che ha portato a oltre 20 arresti nel giro di due anni. Un’intensa attività di investigazione da parte degli uomini del Corpo forestale, coadiuvati dai vigili urbani e i carabinieri, che si è conclusa l’altra mattina, quando a finire in manette sono stati Carmine Della Torre, medico di 53 anni di Trasacco, e Said Yatimenabi (29), marocchino residente a Luco dei Marsi. Nello stesso giorno è stato poi disposto l'obbligo di dimora nel comune di residenza, per Agostino Taricone, 46 anni, di Trasacco e Maurizio Cocco, detto “Benito”, (49), originario di Lecce nei Marsi e titolare del bar pasticceria “Nuova Angizia”, definita dagli inquirenti la “centrale dello spaccio”. I due non potranno uscire di casa dalle 20 alle 7, mentre il locale è stato sequestrato. Come emerge dalle intercettazioni, ordinate dal pubblico ministero Guido Cocco, gli spacciatori restavano in quella che definivano la “base operativa” per intere giornate, «uscendo solo per effettuare le consegne e i rifornimenti di droga».

«Ho già chiesto il dissequestro del bar e la revoca della misura cautelare», dichiara Gianni Paris, avvocato di Cocco, «in quanto il mio assistito non c’entra niente con tutta questa storia. Non ha semplicemente avuto il coraggio di mandare via i marocchini che si recavano nel suo locale. A Luco dei Marsi c’è un’alta densità di pusher e sfido a trovare altri bar dove non ce ne sono. Non esistono intercettazioni che dimostrano che Cocco abbia mai ricevuto droga dagli spacciatori. Tutto va ricondotto a una barista che lavorava nel locale, che però è stata licenziata nove mesi fa».

«La chiusura è un grosso danno per Cocco», conclude, «considerato che si tratta di un’attività avviatissima, che paga anche tre dipendenti». Sempre ieri, è stato disposto il divieto di dimora in tutti i Comuni della provincia dell'Aquila per Salah Hammoudi, El Mati Ettalaoui, Maqori Abdessadik e Abdelhadi El Fannichi, detto Zarate. Questi ultimi due risultano irreperibili, in quanto non in Italia. Misura analoga, per Abderrahim Adoiou, 48 anni, marocchino finito nei guai più volte per droga, ricordato come l’eroe che ha salvato una famiglia romana dall’annegamento in un canale del Fucino. C’è poi l’obbligo di presentazione davanti alla polizia giudiziaria per Assunda Liberati, di Luco. Ma qual è in tutta questa vicenda il ruolo del medico Della Torre? Già arrestato per spaccio di droga, il dottore, detto “J’azzone”, in servizio alla guardia medica di Civitella Roveto, era sottoposto a intercettazioni telefoniche. Dalle quali si evince che in tre distinti episodi si è allontanato dal posto di lavoro «interrompendo il pubblico servizio, turbandone così la regolarità». «E lo faceva», è scritto ancora nell’ordinanza, «per andare a Luco dei Marsi a rifornirsi di sostanza stupefacente». Si tratta del giorno di Natale del 2011, a Capodanno del 2012 e il 2 febbraio dello stesso anno. «Trattandosi di giorni di festa», sottolinea il difensore, l’avvocato Carlo Polce, “Della Torre, che vive a Trasacco, è tornato a casa per mangiare in famiglia. E da Civitella Roveto il passaggio per Luco è obbligato». L’interrogatorio di garanzia per Della Torre e Yatimenabi si terrà in carcere giovedì, alle 15, davanti al gip Maria Proia. Il collegio difensivo degli avvocati è composto anche da Pasquale e Gianluca Motta, Paolo Palma, Franco Colucci e Roberto Verdecchia.

Magda Tirabassi

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