Allerta salmonella all'Aquila, scaricabarile tra Comune e Asl

Il sindaco attacca: informazioni tardive, l’azienda sanitaria indichi le acque inutilizzabili. Sotto esame i due laghi di Bagno e tutti i fiumi del territorio

L’AQUILA. Una mappatura accurata delle località in cui deve essere vietata la captazione delle acque reflue, che spetta alla Asl, e analisi immediate sui due laghi di Bagno e su tutti i fiumi del territorio, affidate all’Arta, di concerto con la Gran Sasso Acqua, che ha già avviato gli interventi di disinfestazione.

Sono le mosse decise dal tavolo tecnico riunito in Comune per arginare l’emergenza salmonellosi. Completata la ricognizione, verrà emessa una nuova ordinanza. Nel frattempo, l’azienda sanitaria dovrà diffondere un vademecum, contenente indicazioni precise sui comportamenti da adottare e su quelli da evitare. L’allarme legato alla presenza del batterio della salmonella nelle acque superficiali è scattato lo scorso 16 giugno, quando il sindaco Massimo Cialente, su richiesta dell’Asl, ha firmato un’ordinanza con cui si vieta, in maniera capillare sul territorio, di annaffiare gli orti e abbeverare gli animali con l’acqua captata da fiumi, ruscelli, canali e laghi dove affluiscono o defluiscono canali. Il divieto è stato poi esteso anche ai comuni di Montereale, Fossa, Scoppito, Cagnano Amiterno, Pizzoli, Villa Sant’Angelo, Fagnano Alto, San Demetrio nei Vestini e Barisciano. Ieri mattina è stata convocata una riunione, alla quale hanno preso parte la Asl, l’Arta, la società Gran Sasso Acqua, il Consorzio di bonifica, gli uffici del Genio civile di Regione e Provincia e i sindaci del comprensorio. «La Asl», ha spiegato Cialente, «si è impegnata a specificare per quali acque deve essere vietata la captazione e rispetto a quali usi, con particolare riferimento a quelli industriali. Ho fatto notare il grave ritardo con cui i soggetti preposti hanno informato i sindaci che sono venuti a sapere dell’emergenza solo il 27 maggio. Ho inoltre ricordato che l’ordinanza dello scorso 16 giugno era forzatamente generica, dal momento che la nota della Asl con la quale se ne ravvisava la necessità, non era in grado di fornire ulteriori informazioni. È chiaro che, data la stagione, il divieto di captazione delle acque superficiali, e dunque di irrigazione, genera problemi alle colture e disagi al settore ortofrutticolo, per non parlare delle ripercussioni a livello di industrie. Ho chiesto alla Asl di chiarire rapidamente quali sono le acque da interdire e per quali usi. Sulla base di questi dati potrò emanare una nuova ordinanza, a integrazione e parziale modifica della precedente. L’Arta effettuerà analisi immediate sulle acque dei due laghi di Bagno e su tutti i fiumi del territorio, a partire dalle sorgenti. I prelievi saranno fatti di concerto con la Gran Sasso Acqua, che intensificherà le operazioni di disinfezione delle tubature. La Regione stabilirà invece nuovi criteri sulla quantità di clorazione concessa in questa fase. Mi preme chiarire», ha concluso Cialente, «che non vi sono problemi per quanto riguarda l’acqua potabile». Secondo il presidente della Gran Sasso Acqua Americo di Benedetto, «la situazione, a fronte di una fase straordinaria dovuta all’epidemia in corso, è sotto controllo. Siamo già intervenuti con un monitoraggio e con interventi per affievolire la presenza del batteri. La diffusione della salmonellosi non viene però fuori dagli impianti di depurazione mancanti o malfunzionanti, bensì da un contagio per via umana, che poi infetta le acque reflue».

Romana Scopano

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