Alta formazione, selezionati 36 talenti

Si tratta di giovani provenienti da diverse università italiane e straniere, impegnati in un progetto di ricerca e sviluppo

L’AQUILA. Ha una giacca un po’ demodé, ma con un grigio che rientra nel personaggio, Ilia Drachnev, e si aggira nell’aula grande dell’edificio che per anni ha ospitato l’Isef, con due fogli di appunti di fisica delle astroparticelle: dati, formule e valutazioni in russo, la sua lingua madre. E, c’è da dire, che se anche i suoi appunti fossero in italiano un comune mortale ci capirebbe ben poco. Ilia è solo uno dei talenti del Gran Sasso science institute (Gssi), la scuola di alta formazione, dottorato internazionale e centro di studi avanzati attivata dall’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) del Gran Sasso come suo centro nazionale. Vorresti parlargli della sua San Pietroburgo, della Slivovitza oppure del destino delle Pussy Riot, ma è maledettamente concentrato sui suoi appunti, tanto da non porsi neanche il problema di cosa fare la sera all’Aquila, dopo le ore di studio. Ammesso anche che per lui esista un prima e un dopo, visto che la biblioteca è aperta 24 ore su 24, per la gioia dei più «secchioni». Con i suoi compagni forma un gruppo di 36 giovani laureati provenienti da varie università italiane e da una decina di Paesi nel resto del mondo. Vengono da Belgio, Brasile,Canada, Francia, Russia, Georgia, Germania, Pakistan, Macedonia, Regno Unito, Turchia e Vietnam e studieranno astrofisica, matematica nelle scienze naturali, sociali e della vita, informatica e studi urbani. Ieri, a dare il benvenuto ai ragazzi, il presidente dell’Infn Fernando Ferroni, il presidente della Regione Gianni Chiodi insieme al direttore del Gssi Eugenio Coccia. Le parole di Ferroni rivendicano la scelta di ripartire dal capoluogo segnato dal sisma del 6 aprile.

«La volontà di far partire un istituto di alta formazione all’Aquila», sottolinea, «è un segno di quanto, anche in circostanze speciali e drammatiche, si stia comprendendo questo messaggio. Che l’ente attuatore sia l’Infn è un riconoscimento delle attività che l’Ente già svolge in questa regione principalmente col suo Laboratorio nazionale del Gran Sasso. L’Infn è totalmente impegnato per il successo di quest’iniziativa e felice della grande risposta alla chiamata per la selezione degli studenti ai quali oggi auguriamo un fruttuoso periodo di studio». Soddisfatto il presidente Chiodi. «Avere qui oggi questi giovani talenti, conoscerli e osservarli nelle loro attività didattiche all’inizio di un ambizioso cammino ci riempie di soddisfazione», spiega, «nella convinzione di aver intrapreso in questi mesi la strada più giusta. Abbiamo raccolto la sfida per un polo di eccellenza, diventato presto realtà in ragione di un processo di crescita dell’intero territorio regionale. Questi giovani», aggiunge, «rappresentano il nostro futuro. Sono legati a un progetto importante nato per rilanciare lo sviluppo dei territori terremotati dell’Abruzzo con il rafforzamento delle capacità del sistema didattico, scientifico e produttivo. Il raccordo con riconosciute eccellenze a livello nazionale e internazionale servirà a incrementare e migliorare l’attrattività e l’integrazione del territorio nel settore della ricerca e dello sviluppo».

Ottimista il direttore Coccia: «Credo fermamente», rimarca, «che il Gran Sasso science institute possa contribuire al rilancio dell’Aquila: stiamo attraendo dei giovani studiosi di valore che sono dei semi importanti per lo sviluppo della città del futuro».

In giornata i ragazzi hanno ricevuto anche la visita del sottosegretario all’Istruzione e ricerca Gian Luca Galletti, giunto nella sede dell’istituto alla Villa comunale insieme al vicepresidente vicario del consiglio regionale Giorgio De Matteis.

Fabio Iuliano

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