Altopiano delle Cinquemiglia Troppi incidenti causati da animali 

Rocca Pia, l’associazione “Dalla parte dell’Orso” lancia l’allarme: «Intervenga subito l’Anas» Da aprile ad oggi rimosse e seppellite 17 carcasse di cervi, caprioli e cinghiali uccisi dalle auto

di Massimiliano Lavillotti ROCCA PIA. In soli cinque mesi raccolte 17 carcasse di animali sull'altopiano delle Cinquemiglia, lungo la Statale 17 che collega Rocca Pia a Castel di Sangro. Numeri che descrivono ampiamente la dimensione del problema dell'attraversamento degli animali che non si può più fronteggiare con misure minimalistiche come cartelli e limiti di velocità.
L'allarme viene dall'associazione “Dalla parte dell'Orso”, che chiede interventi strutturali all'Anas per evitare il ripetersi di incidenti mortali come quello costato la vita tre giorni fa a Filippo Frezza, giovane di Rocca Pia di 39 anni. «Dal comune di Rocca Pia apprendiamo che dal mese di aprile ad oggi hanno dovuto seppellire 17 carcasse di cervi, caprioli e cinghiali, coinvolti in incidenti stradali», scrive il comitato, «evidenziando che il problema della fauna selvatica è diventata una emergenza seria, anche per la sicurezza dei cittadini oltre che per la salvaguardia degli animali». Il numero di incidenti stradali causati da impatti con animali selvatici è in costante aumento lungo la Statale 17 nel tratto di strada tra Rocca Pia e Castel di Sangro, quasi raddoppiando nell'ultimo decennio con conseguente lievitazione del numero totale di incidenti denunciati alle amministrazioni locali. Le aree più a rischio risultano essere quelle montane, dove gli incidenti accadono prevalentemente nelle fasce orarie notturne, quando lo spostamento di detti animali è più intenso. Gli impatti con animali di taglia più piccola (cani randagi, volpi e lupi) hanno spesso causato gravi conseguenze per coloro che transitavano sulla strada ma negli ultimi anni gli incidenti più critici hanno coinvolto gli animali di stazza più grande, tra cui orsi e cinghiali. «Una delle più importanti aree di scambio faunistico d'Abruzzo è l'altopiano delle Cinquemglia», aggiungono dall'associazione, «dove non è possibile sperare di contenere la velocità reale fra i 50 e 70 chilometri orari su una strada a scorrimento veloce. C'è la necessità di interventi strutturali come reti, sottopassi e sovrappassi, come ne esistono in altri Paesi d'Europa. Ne basterebbero alcuni, tre o quattro, per gestire l'intero altopiano unitamente ad altri meccanismi elettronici che servono a scoraggiare gli attraversamenti in punti pericolosi o all'arrivo delle auto. Una importante occasione si è persa quando le Aree protette non hanno richiesto e destinato fondi di programmazione per la gestione degli interventi da realizzare nell'ambito del Programma operativo regionale (Por-Fers) a interventi di questo tipo. Ma ora Regione Abruzzo, Anas, Comuni devono intervenire. Come per incendi e alluvioni, anche qui sono molto più gravi i danni – e ora parliamo anche di vite umane – che la spesa per la prevenzione».
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