Dopo il caso della donna salvata in extremis dal cardiologo vicino di casa parte un appello alla Regione

Ambulanza in ritardo, è polemica

Di Pangrazio (Pd): «Bisogna garantire il soccorso in casi di emergenza»

AVEZZANO. «La vita delle persone non può essere legata a una serie di coincidenze fortunate. La sanità pubblica deve dare delle risposte concrete ai cittadini». Interviene così il consigliere regionale, Giuseppe Di Pangrazio (Pd) in merito all'episodio della donna aquilana salvata dal cardiologo vicino di casa in attesa dell'amambulanza.

Di Pangrazio, vicino ai comitati pro ospedale di Tagliacozzo e Pescina in protesta contro il Piano di riordino, punta il dito contro l'assistenza sanitaria «che mostra delle criticità molto forti nel sistema di emergenza del 118 il quale, secondo il nuovo Piano di riordino, dovrebbe sopperire, in maniera ottimale, alla chiusura e al ridimensionamento degli ospedali della nostra Regione».  A salvare la donna aquilana, colta da un arresto cardiorespiratorio, è stato il medico Ezio de Pratti, primario del reparto di cardiologia all'ospedale di Castel di Sangro, e vicino di casa della donna.

L'ambulanza, infatti, è arrivata dopo oltre mezzora. In attesa dei soccorsi, il cardiologo, con l'aiuto del figlio della donna, ha cercato in tutti i modi di rianimarla con massaggi cardiaci e respirazione bocca a bocca. De Pratti ha presentato un esposto in Procura per chiedere di accertare le responsabilità. «La nostra fortuna, e quella della signora colta dal malore, è che possiamo contare su medici specialisti di ottimo livello», ha continuato il consigliere regionale del Partito democratico, «e grazie alla professionalità e alla caparbietà del dottor de Pratti, al quale va il mio plauso anche per aver denunciato questa grave inadempienza alle autorità competenti, oggi la donna aquilana può, per la seconda volta, ringraziare il Signore di essere salva.

Sicuramente i massimi dirigenti della Asl si saranno complimentati con il cardiologo e ritengo che sia doveroso attribuirgli un riconoscimento pubblico per il suo operato».  Da qui l'interrogativo che Di Pangrazio rivolge direttamente ai vertici della sanità regionale. «Ma se un episodio del genere fosse accaduto in un'altra zona della Marsica, oppure se il vicino di casa non fosse stato un cardiologo, la donna si sarebbe salvata? Io credo che chi sta riorganizzando la nostra sanità dovrebbe prima risolvere i problemi esistenti in questo territorio e poi attuare i tagli».

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