Amiternum, spuntano  i resti dell’antica via Sacra 

I tesori venuti alla luce dagli scavi archeologici nel nucleo industriale di Pizzoli Tracce di una strada romana, scoperte sepolture oltre a una villa e una cisterna

L’AQUILA. La “via Sacra” di Amiternum, l’arteria stradale più importante della zona, doveva attraversare l’attuale comune di Pizzoli. Lo rivelano gli scavi archeologici diretti da Vincenzo Torrieri, per conto della Soprintendenza per L’Aquila e il cratere, in occasione dei lavori di realizzazione di un impianto fognario e di una nuova condotta da parte della Gran Sasso acqua. Le indagini, che si sono concentrate nel nucleo artigianale e industriale di Pizzoli, a fianco della variante che conduce a Barete, parallela alla vecchia ferrovia L’Aquila/Capitignano, hanno portato alla luce un’ampia periferia della città romana di Amiternum: lacerti di strade, risalenti a vari periodi storici, monumenti commemorativi, una cisterna probabilmente a servizio dell’antico acquedotto e un complesso rustico. «Un luogo straordinario», come lo definisce lo stesso Torrieri.
LA STRADA. «Abbiamo trovato lacerti di una strada romana appartenenti a diversi periodi storici», spiega l’archeologo. «L’impianto più antico potrebbe essere degli inizi del secondo secolo avanti Cristo, le ristrutturazioni arrivano al quinto dopo Cristo. Si tratta di una strada brecciata con margini basolati, una tipica strada consolare. Era una diramazione della via Salaria che partiva da Antrodoco, attraversava le Capannelle, per giungere all’attuale Giulianova».
LE SEPOLTURE. Lungo la strada sono stati rinvenuti monumenti commemorativi che dovevano segnalare sepolture retrostanti. «In questo periodo storico si utilizzava il rito incineratorio, per cui si trovano in prima linea, lungo la strada, monumenti funebri che rivelano la presenza di un recinto sacro, nella parte retrostante, dov’erano interrate le olle che contenevano i resti dei defunti», continua Torrieri.
LA CISTERNA. Nella stessa zona una struttura circolare è ciò che resta di un’antica cisterna, che potrebbe far riferimento all’acquedotto venuto alla luce nella stessa zona durante gli scavi degli anni scorsi.
LA VILLA. «Verso la fine del comune di Pizzoli è stato ritrovato, invece, un complesso rustico», continua l’archeologo. «È un’azienda agricola con una villa di campagna. Una parte doveva essere abitata dal proprietario, l’altra dagli addetti all’azienda».
IL LIVELLAMENTO. «La cosa che colpisce di questa serie di rinvenimenti è che, in un periodo storico ancora da determinare, tutte queste strutture sono state livellate, tagliate a livello delle fondazioni», spiega Torrieri. «Ci dev’essere stato un intervento pubblico per costruire altrove».
ARCHEOLOGIA PREVENTIVA. Lo scavo dimostra l’importanza dell’archeologia preventiva, secondo la soprintendente Alessandra Vittorini. «Sapere prima di iniziare i lavori quali sono le emergenze archeologiche fa risparmiare tempo e denaro. Purtroppo quest’obbligo di legge spesso viene sottovalutato». La Soprintendenza ha inviato a tutti gli enti pubblici una lettera in tal senso, in un’ottica di collaborazione. «Voglio ricordare», conclude la soprintendente, «che nel Comune di Pizzoli esiste un provvedimento di tutela archeologica da piano regolatore risalente al 2008».
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