Ancora 50mila gli sfollati assistiti

In due mesi sono rientrate in casa 3mila persone: 3.660 ancora in hotel

L'AQUILA. Erano oltre 67mila dopo la catastrofe, 52mila a un anno dalla tragedia mentre ora, dopo 14 mesi, gli sfollati assistiti sono 48.916: sempre tanti, anzi troppi, ma c'è cauto ottimismo visto che per l'assessore alla ricostruzione tra breve ci saranno dati più confortanti.

I DATI.
I dati più recenti sulla popolazione assistita, aggiornati ai primi di giugno dall'ufficio stampa della struttura per la gestione dell'emergenza dicono che il maggior numero di persone assistite, a fronte del totale di 48.916, sono quelle che hanno trovato casa con l'autonoma sistemazione. Si tratta di 25.961 persone. In numero inferiore i residenti nel Progetto case con abitazioni dislocate in 19 aree periferiche del capoluogo di regione. I terremotati ospitati in quelle abitazioni sono 14.527. Ci sono poi i residenti che vivono nei Map (Moduli abitativi provvisori) che sono stati posizionati in 21 frazioni del capoluogo di regione: sono 2.109. Ci sono poi i nuclei in affitto. Ci sono 1.390 persone che vivono in affitti concordati con la Protezione civile in case private. A questi si aggiungono 629 persone che abitano in affitto in case di proprietà (molte delle quali si trovano a Pettino) di alcune banche e messe a disposizione del Comune che le ha date agli sfollati.

Ci sono 3660 persone che ancora vivono nelle strutture ricettive dell'Aquila o di altre province. In particolare nella provincia dell'Aquila risiedono negli alberghi 2.181 persone: nel Teramano sono 973, in provincia di Pescara i residenti sono 370 mentre negli hotel del Chietino ci sono 97 persone. A queste se ne aggiungono 39 che sono residenti in hotel di fuori regione. Sono poi in netto calo gli aquilani alloggiati nelle caserme. Infatti quelli che vivono nella scuola della guardia di Finanza a Coppito sono 519 e nella caserma Pasquali-Campomizzi ci sono ancora 121 senza casa. Del resto esiste anche la necessità di liberare alcuni alloggi della scuola della guardia di finanza visto che è imminente la ripresa della attività istituzionale di quella struttura ovvero la formazione di giovani sottufficiali. L'intenzione, dunque, è quella di sistemare altrove, in breve tempo, le persone che ancora vivono lì.

I RAFFRONTI. Sono lontani, per fortuna, i tempi, pochi giorni dopo il 6 aprile 2009, quando erano state allestite nell’area aquilana trenta tendopoli poi diventate 171 con dentro oltre 35 mila persone cui ne aggiungevano oltre trentamila negli alberghi della costa. Tempi duri nei quali si è fatto tanto allestendo nei campi di accoglienza 107 cucine da campo e 47 presìdi sanitari.
Il 6 aprile scorso, a un anno dal terremoto, la situazione era molto migliorata con la chiusura, già allora lontana di tutte le tendopoli, gli assistiti erano 52mila di cui 4300 negli alberghi, 27mila in autonoma sistemazione e 622 nella scuola della finanza.

INVISIBILI.
Comunque c’è un dato, certamente reale, ma che non sarà possibile chiarire: ovvero quante sono le persone che, incuranti delle normative che lo vietano e delle sanzioni pesanti, continuano a soggiornare nelle loro case ancora non agibili. L’impressione è che siano più di quanto si pensi.

MASCIOCCO.
«La situazione è ancora abbastanza complicata» commenta l’assessore comunale alla ricostruzione Giustino Masciocco, «ma i dati stanno lentamente migliorando. Basta pensare che quasi cinquemila nuclei familiari sono usciti dalla autonoma sistemazione. Questo lascia pensare che ci sono alcune famiglie che stanno per tornare nelle loro case, per lo più classificate B, ora quasi del tutto riparate segno che, sia pure con qualche disagio, si vanno completando alcune ristrutturazioni. Ad agosto penso che questo effetto si sentirà ancora di più. Certo, poi, ci sarà il problema delle E». A fine aprile scorso sono state protocollate da Fintecna oltre 9mila pratiche per gli esiti B e C. A fronte delle domande presentate il comune dell’Aquila ha emesso 7255 provevdimenti di contributo definitivo a cui si aggiungono quelli emessi per gli esiti A che sono poco più di tremila.

I DISAGI.
Nonostante gli aquilani sone che vivono negli alberghi siano meno rispetto a quelli dei mesi scorsi continuano le proteste di persone che per motivi di lavoro sono costrette a fare da pendolari. Non è vero, infatti, che negli hotel ci sono solo pensionati, i quali, comunque, sperano di tornare prima possibile. Ma sono lontani dalla città anche persone che operano a pieno ritmo nel mondo del lavoro con evidenti problemi. Tra le altre segnalazioni di disagi più frequenti quelli riguardanti la difficoltà a trovare medici per avere delle ricette.

LAVORO.
A proposito di lavoro i sindacati, a 14 mesi dal terremoto, non cessano di lanciare allarmi. «I dati per quanto riguarda le aree terremotate sono disarmanti» commenta il segretario provinciale della Cgil, Umberto Trasatti, «tanto per fare un esempio posso ricordare che nel cratere la cassa integrazione ordinaria è aumentata nel primo trimestre 2010 del 25 per cento e quella straordinaria, nel cratere, del 449 per cento. Un altro dato: delle mille attività che erano in centro storico solo 300 hanno ripreso in altre zone. Le altre 700 sono ferme e molte di queste hanno chiuso per sempre. Alcune di queste persone andranno via dall’Aquila». Il sindacalista, inoltre, ritiene che la zona franca non sia uno strumento che possa avviare a soluzione il problema della crisi occupazionale e produttiva. A suo dire, infatti, servono altre misure ben più poderose per rilanciare i consumi e, dunque, tutta l’economia.

UNIVERSITA’. Tiene botta solo l’ateneo con molti studenti che in qualche modo sono riusciti a trovare alloggi nella città terremotata. Prima del terremoto gli studenti iscritti eramno oltre 23mila e ora sono scesi di circa duemila. Poca costa rispetto a quello che poteva succedere. Sono stati 17mila, invece, gli studenti delle scuole che hanno studiato all’Aquila con un saldo in negativo di poche centinaia di unità: un altro mezzo miracolo. Ma niente avviene per caso. Nel senso che per far iscrivere gli studenti nelle scuole dell’Aquila, sono state realizzate ex novo ben 32 scuole al posto di quelle danneggiate. Altre sono state riparate. Significa che le scuole del capoluogo, come ebbero a dire il presidente Gianni Chiodi e lo stesso Guido Bertolaso sono le più sicure d’Italia.

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