Appalti polizia, archiviazione per l’ex prefetto Iurato

In un’intercettazione la storia delle «finte» lacrime durante una cerimonia nel post-sisma Era accusata di turbativa d’asta in un’indagine della Procura di Napoli poi trasferita a Roma

L’AQUILA. Archiviata l’inchiesta che vedeva coinvolto l’ex vicecapo della polizia Nicola Izzo, e Giovanna Maria Rita Iurato, prefetto all’Aquila in piena emergenza terremoto, e altri indagati negli accertamenti sugli appalti per la costruzione del Centro elettronico nazionale della polizia a Napoli. Si tratta della stessa inchiesta da cui scaturì un’intercettazione nella quale la Iurato confidò al suo interlocutore di avere finto lacrime e commozione durante una cerimonia. Un comportamento che destò l’indignazione degli aquilani.

Il procedimento, avviato dalla Procura partenopea, era finito all’attenzione dei pm romani per competenza territoriale. Per questa vicenda Izzo rassegnò le sue dimissioni da numero due della polizia. Era novembre del 2012, giorni di bufera sul dipartimento dopo uno scritto anonimo che chiamava in causa il vice capo della polizia.

E oggi Nicola Izzo non nasconde la sua amarezza. «Nessuno mi restituirà il sofferto vissuto, i danni morali, fisici, umani e professionali patiti», ha commentato Izzo aggiungendo che «a Roma c’è un giudice. I processi finiscono, ma la giustizia non trionfa».

«Nessuno restituirà, a me come a tanti altri, e questo è un problema serio troppo sottovalutato, i danni patiti», si sfoga l’ex vicecapo della polizia.

Tra le posizioni archiviate, secondo quanto si è appreso, anche quelle di Carlo Gualdaroni, ex ad di Telespazio ed ex amministratore delegato di Elsag Datamat spa, quest’ultima capofila di un raggruppamento di imprese che si aggiudicò l’appalto per la realizzazione del Cen della polizia di Francesco Subbioni, all’epoca dei fatti ad di Electron Italia, e consigliere di Elsag, tutte società del gruppo Finmeccanica. Archiviazione anche per altri quattro indagati. Al centro dell’inchiesta c’era l’appalto da 37 milioni per il Cen che l’accusa sospettava essere stato pilotato e caratterizzato da una serie di pressioni e anomalie procedurali, in particolare sulle norme per gli appalti pubblici. Quell’appalto fu assegnato a un raggruppamento d’imprese, invitate dal ministero a partecipare alla gara, guidato dalla Elsag-Datamat, nonostante il parere negativo, anche per quanto concerne i profili economici, della commissione aggiudicataria. A Izzo – difeso dagli avvocati Franco Coppi e Bruno Larosa – in particolare, si contestava il concorso in turbativa d’asta e la rivelazione del segreto. Lex vicecapo aveva ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini e aveva chiarito la sua posizione durante un interrogatorio al quale aveva chiesto di essere sottoposto.

La stessa Procura aveva proposto l’archiviazione per tutti gli indagati, richiesta ora accolta dal giudice per le indagini preliminari del tribunale.

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