Apre il parco giochi realizzato coi doni della lista di nozze

La riqualificazione della struttura nell’area del Castello resa possibile dalla generosità di piccoli e grandi sponsor

L’AQUILA. Il bimbo biondo corre e ride sulle scale della platea dell’auditorium di Renzo Piano, al parco del Castello. Non sa che c’è anche il suo nome – o meglio quello dei suoi genitori, Alessandro ed Elisa Melegari, di Bergamo – tra i donatori che hanno reso possibile trasformare lo storico parco giochi in un’area bella, colorata, diversa da quella che era prima del sisma. Non che ci siano straordinari giochi tecnologici; ma basta il grande veliero al centro e gli altri giochi intorno a dare qualcosa di speciale a un parco in cui i bambini dell’Aquila (e tra loro tanti adulti di oggi) hanno giocato almeno una volta nella vita. È il veliero l’attrattiva maggiore, infatti, dell’area giochi restituita alla città dopo qualche settimana di chiusura per i lavori di rifacimento, resi possibili dalla generosità di tanti piccoli e grandi “sponsor”: dall’associazione «Forza L’Aquila» alla Bcc di Roma; dalla Transcom alla Croce Rossa italiana, e altri ancora. Ieri l’inaugurazione con tutti i sostenitori (tra cui il presidente dell’associazione Forza L’Aquila, Carlo Caione e l’assessore alle Opere pubbliche, Alfredo Moroni), prima con una conferenza stampa all’auditorium, poi con il taglio del nastro al parco, dove le mamme del gruppo facebook «Mamme aquilane» stavano organizzando la festa di Halloween prevista per il pomeriggio. A dare la benedizione, il vescovo ausiliare Giovanni D’Ercole. «L’umanità è nata da un giardino», ha ricordato. «Un parco giochi non è un’opera per la quale serva una grande somma di denaro, quel che conta (è il caso di dirlo) è il pensiero. E il pensiero più grande lo hanno avuto Alessandro, Elisa e anche il piccolo e inconsapevole Mattia. I suoi genitori hanno deciso di donare una parte della lista nozze al Comune per destinarla, appunto, a un progetto che avesse come obiettivo la felicità dei bambini. «L’idea ci è venuta perché siamo innamorati di questo posto e degli aquilani», ha raccontato Alessandro. «Siamo rimasti colpiti da un cartellone in cui c’era scritto che questa città era debambinizzata perché, appunto non c’erano spazi per i piccini. Noi abbiamo già tutto: la casa, gli oggetti e abbiamo deciso di fare questa piccola donazione». Il parco giochi ora è dotato di giochi moderni, poggiati su un tappeto di gomma su cui «è vietato camminare con i tacchi per non rovinare la zona anti-trauma». Poi ci sono giochi per bambini con disabilità psicomotorie e in linguaggio braille (per non vedenti) e i divertimenti per i ragazzi fino a 14 anni. «E’ stata una gara di solidarietà», ha commentato Moroni.

Marianna Gianforte

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