Aree a vincolo decaduto via libera del consiglio

Maggioranza in grande affanno salvata dall’insperato arrivo di Padovani Con la delibera si andranno a normare oltre 7 milioni di metri quadri di territorio

L’AQUILA. Via libera del consiglio comunale, ma con una maggioranza in grande affanno, alla variante al Piano regolatore che disciplina le aree assoggettate a vincolo decaduto. Un voto che mette la parola fine a una vicenda che si trascina da trent’anni e che ha finora provocato centinaia di ricorsi al Tar con la nomina di altrettanti commissari ad acta che, oltre a gravare sulle casse del Comune, hanno fissato gli indici di edificabilità in modo discrezionale. Con la delibera, tornata ieri in consiglio per le controdeduzioni alle osservazioni e il voto finale, si andranno a normare urbanisticamente 7,3 milioni di metri quadrati di territorio. L’indice di edificabilità, uguale per tutti, è stabilito in 0,08 metri cubi per ogni metro quadro di terreno e la superficie per ottenere l’edificabilità non potrà essere inferiore a 1500 metri quadrati. La norma riconosce la possibilità, ai fini dell’edificabilità, di sommare più aree. In cambio di tale facoltà, attraverso la perequazione, i proprietari garantiranno la contestuale cessione – a titolo gratuito – delle restanti porzioni di area al Comune. «La norma era già approvata, ma era necessario questo secondo passaggio in aula», ha spiegato l’assessore Pietro Di Stefano. «Ora la delibera dovrà approdare in Provincia per il certificato di non contrasto e poi tornerà in consiglio per una semplice presa d’atto. A quel punto non avremo il problema dell’incompatibilità di alcuni consiglieri – in quanto proprietari di aree bianche – costretti a disertare la seduta». Quattro le assenze «giustificate» tra i banchi della maggioranza che ha rischiato, però, di non riuscire a portare a casa il risultato. Ciò perché a non presentarsi all’appello è stato anche il consigliere socialista Gianni Padovani, arrivato all’ultimo minuto e solo dopo una serie di “sollecitazioni”. Un segnale di protesta contro il Pd – hanno maliziato in aula – per il passaggio di casacca del suo ex compagno di partito Antonio Nardantonio, ma anche per il mancato appoggio alla sua candidatura a sindaco alle prossime elezioni a Castelvecchio Subequo. «Una pantomima patetica», è stato il commento di Giorgio De Matteis, mentre Luigi D’Eramo ha parlato di una seduta «segnata dall’isteria». Angelo Mancini ha chiesto una verifica sul numero (non chiarito) delle osservazioni presentate. Alla fine la delibera è passata con 16 voti, 15 della maggioranza e l’altro del consigliere Pierluigi Properzi. Ettore Di Cesare e Vincenzo Vittorini, una volta arrivato Padovani, hanno garantito, con la loro astensione, il voto. «Nessun soccorso politico», hanno precisato, «ma una presenza e un voto nell’esclusivo interesse della collettività». (m.m.)

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