Assenteismo al tribunale, decide il gup

Fissata l’udienza che vede imputate sette persone tra cui funzionari degli uffici giudiziari e dipendenti della Regione

L’AQUILA. Approda in aula a novembre la vicenda dell’assenteismo e della truffa che riguarda fatti avvenuti negli uffici giudiziari della Corte d’Appello e del tribunale di Sorveglianza. Dopo la richiesta di rinvio a giudizio a carico di sette persone presentata dal sostituto procuratore della Repubblica Stefano Gallo, con la fissazione dell’udienza preliminare si profila il primo spartiacque di un’inchiesta che ha fatto parecchio rumore negli ambienti giudiziari.

CHI SONO. La vicenda vede coinvolti, a vario titolo, Luigina Oddi, 39 anni, di Avezzano, ma residente a Trasacco, Augusto De Paulis, di 59 anni, dell’Aquila, residente a Bazzano (entrambi in servizio al tribunale di sorveglianza); Paolo Di Benedetto, di 40 anni, di Sulmona, domiciliato a Introdacqua, funzionario del coordinamento interdistrettuale per i sistemi informativi automatizzati (Cisia) abruzzese in servizio in Corte d’Appello; Ferdinando De Silva e Roberto De Silva, di Avezzano, interessati ai provvedimenti del tribunale di sorveglianza; Alessia Nusca, di 31 anni, di Rocca di Mezzo, che avrebbe fruito del tentativo, non andato a buon fine, di superare con un «aiutino» il concorso per diventare avvocato e infine Paola Oddi, di 47 anni, di Trasacco, avvocato, dipendente della Regione Abruzzo in servizio all’Aquila nell’ufficio legislazione, accusata di aver redatto materialmente il compito scritto da far pervenire alla candidata.

LE ACCUSE. Secondo le indagini condotte dalla Finanza, negli uffici giudiziari era stato messo in piedi un vero e proprio sistema fatto di favoritismi nei confronti di condannati, falsi per coprire le assenze dal lavoro di funzionari di quegli uffici, attraverso la manomissione dei sistemi informatici, oltre a un tentativo di dare una mano a una candidata al concorso per avvocato. All’epoca dei fatti, a dicembre dell’anno scorso, a carico di tre funzionari, due del tribunale di Sorveglianza e uno in servizio alla Corte d’Appello, erano stati disposti gli arresti domiciliari. Altre quattro persone erano state raggiunte dall’avviso di garanzia. Chiudendo la fase delle indagini preliminari la Procura ha contestato a vario titolo agli imputati i reati di falso, truffa, rivelazione di segreti, tentato abuso d’ufficio. I provvedimenti «fasulli» accertati, spesso frutto di raccomandazioni di persone condannate della Marsica, sono stati 27. L’accusa contesta, infine, anche svariati casi di assenteismo dal lavoro.

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