il caso

Assessore e mamma: «Il punto nascita di Sulmona ci ha salvato la vita»

Danesa Palombizio ha partorito con la nuova tecnica in analgesia il 24 luglio. «Il reparto deve restare aperto per assistere le donne»

SULMONA. «Posso dire di aver vissuto in prima persona quanto sia importante la presenza del punto nascita dell’ospedale di Sulmona». Ha voluto raccontare la sua storia per sottolineare l'importanza del punto nascita sulmonese, l’assessore alle politiche sociali del Comune di Pratola Peligna, Danesa Palombizio, mamma da due giorni. L’assessore ha partorito la sua primogenita, Bianca, al punto nascita dell’Annunziata. È nata alle 18 del 24 luglio e pesa 3 chili e 450 grammi. La bimba è venuta al mondo col parto in analgesia, la nuova tecnica sbarcata a Sulmona lo scorso 4 maggio, che segna per il reparto di maternità peligno un cambio di rotta rispetto al passato. «È stato un parto naturale», racconta l’assessore e neo mamma, «ma ho avuto la rottura prematura delle membrane e devo dire che in questa circostanza avere una struttura vicina è stato praticamente determinante». La nuova tecnica in analgesia, offre alle future mamme la possibilità di gestire il parto in autonomia e senza sofferenze, grazie a una miscela gassosa composta a metà da ossigeno e protossido d’azoto. «La mia personale esperienza con la tecnica del parto in analgesia è stata straordinaria», racconta la Palmbizio, «dare alla luce il proprio bambino in modo totalmente indolore significa vivere quei momenti unici e indimenticabili. Dobbiamo essere orgogliosi di avere una struttura in cui viene praticata questa tecnica all’avanguardia». Sulla polemica scaturita dalle dichiarazioni del sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, che ha parlato di «chiusura inevitabile», l’assessore ribadisce l’importanza del reparto. «La sanità non può diventare un pericoloso calcolo ragionieristico», spiega, «ritengo che il mantenimento del reparto vada garantito, e lo dico in modo ancor più convinto alla luce della mia esperienza personale. È fondamentale offrire alle donne del nostro territorio tutte le condizioni di sicurezza e serenità nel momento del parto. Troppo spesso nella sanità sentiamo parlare di numeri, ma c’è qualcosa di ben più importante dei numeri, e sono le persone». L’obiettivo del reparto, però, resta quello di far salire il numero dei parti, rispetto alla ottantina degli ultimi mesi, che confermano il trend dei 197 del 2015 e dei 247 del 2014, meno della metà della soglia minima dei 500. Il punto nascita, infatti, è finito nella riorganizzazione avviata dal ministro Beatrice Lorenzin, che prevede la chiusura per motivi di sicurezza per quelli con meno di mille parti annui, 500 in condizioni orografiche particolari.

Federica Pantano

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